von mas 06.01.2017 10:38 Uhr

Arrivano i Re Magi

Una antica tradizione molto sentita in tutto il Tirolo.

Bild: Facebook/ Katholische Jungschar Südtirol

di Everton Altmayer

I Canti della Stella hanno origine nella festa cristiana dell’Epifania che si celebra il 6 gennaio, 12 giorni dopo il Natale.

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Benedizione degli Stelari nel Duomo di Trento.

Il termine “Epifania” deriva dal greco epifàneia e significa “manifestazione, apparizione”. La festa si rifà alla Natività di Cristo e l’immagine più popolare è quella del presepio in cui vediamo l’adorazione di Gesù da parte dei Re Magi.

Secondo la tradizione popolare tirolese, tre persone (in genere bambini, ma anche adulti) si vestono come i Re Magi (Drei Könige, Trei Reisc) e vanno di casa in casa portando con sè una grande stella e cantando vecchie canzoni religiose. Come ricompensa, ricevono dei dolci o qualche soldo, che solitamente va in beneficenza.

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Formula dell’Epifania, 16. secolo.

Prima di andarsene, con un gessetto benedetto gli Stelari scrivono sulla porte di casa la “formula” rituale: 20 * C M B + 17 (oppure KMB, come si usa in alcune vallate). E’ l’abbreviazione di Christus Mansionem Benedicat (con la variante di Kyrie Mansionem Benedicat), cioè “Cristo benedica questa casa”. La tradizione popolare ha tramandato anche un altro significato, quello delle iniziali dei nomi dei Magi, appunto Caspar (o Kaspar), Melchior e Balthasar

La tradizione degli Sternsinger o Stelari è documentata fin da 16. secolo.

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Tratto da Trento con il Sacro Concili, di Michel’Angelo Mariani, 1673.

Nel Tirolo Meridionale, cosi come nel Ticino svizzero e in altre zone alpine, il canto più famoso è “Noi siamo i tre Re”, che presenta diverse varianti nelle strofe.

La tradizione degli Stelari è viva anche nelle comunità di emigrazione tirolese in Brasile. Nelle città di Rio dos Cedros e Rodeio, fondate nel 1875, c’è il Rito de la stela o Santa Notte, tradizione mantenuta sin dal 19. secolo, con un canto particolare, fatto di strofe e “risposte”

Bòna nòt, sem rivadi…
En questa santa nòt nel oriente : è capità na stela lucente
Ei tre re magi continuamente : dodeze dì seguindo quela
Senza saerlo en de l’altro nient : ei s’ha trovai su na strada bela
Su na strada bela e siorina : bon di a tuti en compagnia
Quand’ i è rivadi arent la capana : la stela s’ha fermada sora
Quando s’ha presentà qualcuno : ei g’ha dat incenso, mira e oro
El Gaspero l’è stà el prim : el prim regal g’ha dat ‘l Baldessaro
E la stela la g’ha mostrà la via : ndove gh’era Gesù e Maria
El re che rege tut el mondo : vero Fiol de Dio, omo umano
E questi doi ei s’ha tiradi via : s’ha fat avanti el pu zoven
Che mi te trovo scrit su le carte : te sei el vero Dio perfeto
E per el vero Dio te adoro : voi darte en vaso pien de oro
E per tante strade i è nadi : fin che a la patria i è rivadi
Bòna sera tuti quanti en compagnia : adio e fin n’altra Pefenia.

Anche a Nova Trento gli Stelari visitano le case dei paesi rurali, cominciano il loro giro dalla Strada Tirol, la prima via dell’antica colonia.

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Stelari di Nova Trento in Brasile (Gruppo I Pargoleti).

E la Befana?

Il termine è una storpiatura di “Epifania” inteso come “fantoccio”, usato dal 14. secolo in diverse zone dell’Italia centro-meridionale. In alcune valli del Nordtirolo ci sono tradizioni simili, dove la strega (die Hexe) arriva per pulire le case durante l’Avvento. Tuttavia, la Befana non ebbe mai diffusione nella zona di Trento e Bolzano. Nel 1928 il regime fascista introdusse la festività della Befana fascista (poi Natale del Duce) allo scopo di dare maggiore visibilità ai fasci femminili all’Opera Nazionale Dopolavoro. Dopo la Seconda Guerra, l’iniziativa perde la denominazione “fascista” e viene trasmessa soprattutto dai gruppi alpini.

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