Ricordando Kerschbaumer: „I nostri eroi non sono stati dimenticati“

La parte ufficiale della cerimonia in ricordo di Sepp Kerschbaumer e dei Freiheitskämpfer si è tenuta come sempre all’interno del cimitero di St. Pauls.
L’indirizzo di saluto ed il primo intervento ufficiale sono stati appannaggio di Roland Lang, Obmann del Südtiroler Heimatbund, co-organizzatore della commemorazione insieme al Südtiroler Schützenbund. Ecco il testo del suo discorso:
„Rivolgo un saluto a tutti i Tirolesi, alle Marketenderinnen e agli Schützen provenienti da ogni parte del Tirolo, a tutti i membri dell’Südtiroler Heimatbund, dell’Andreas-Hofer-Bund e ai rappresentanti politici. Bun dé, a düc i scizeri y ai partecipanc. Un benvenuto ai Tirolesi, alle Marketenderinnen e agli Schützen! Un buongiorno anche a tutti gli amici indipendentisti – ha esordito Lang, parlando in tre lingue – Do il benvenuto inoltre ai nostri amici della Baviera, a Ernst van Zyl dell’organizzazione sudafricana per i diritti civili AfriForum e ai membri delFreundeskreises der Afrikaaner. Saluto in modo particolare padre Reinald Romaner e l’oratore commemorativo, l’avvocato dott. Nicola Canestrini. Un saluto affettuoso va anche a tutti coloro che oggi sono qui pur senza essere stati invitati: la loro presenza testimonia che i nostri eroi della libertà del Tirolo non sono stati dimenticati.
Ottant’anni fa, al termine della Seconda guerra mondiale, i sudtirolesi speravano in un loro ritorno alla madrepatria Austrica
Più di 290 petizioni e oltre 150.000 firme, chiare espressioni di volontà, rappresentavano allora circa l’85% della popolazione sudtirolese di lingua tedesca e ladina. Ogni petizione rappresentava un voto, una promessa secolare: «Rimarremo ciò che siamo». Queste petizioni, raccolte dall’SHB, sono oggi raccolte in un libro dal titolo “Südtirol rief Österreich – Il Sudtirolo invocò l’Austria”, a disposizione degli interessati.
Sulla lapide dedicata ai nostri combattenti per la libertà è inciso anche il nome del patriota di Innsbruck Kurt Welser – a rappresentanza dei tanti sostenitori che – anche al di fuori del Sudtirolo – aiutarono attivamente il BAS. Welser morì in un incidente in montagna nell’agosto del 1965, sessant’anni fa. Era nostro dovere, come Heimatbund, ricordare Kurt Welser a sessant’anni dalla sua morte. Kurt Welser e sua moglie Elisabeth sostennero la lotta per la libertà del Sudtirolo anche sul piano umano. La famiglia Welser e il loro “Plumeshof” erano spesso il primo rifugio in Nordtirolo per i sudtirolesi costretti alla fuga.“
„Concludo con qualche parola sulla riforma dell’autonomia – ha poi proseguito Lang – Basta osservare il sorriso soddisfatto di un parlamentare, nemmeno candidato in Sudtirolo: egli porta avanti i suoi obiettivi nazionalisti e questa riforma con lo stesso fanatismo che un tempo ha contraddistinto Ettore Tolomei. Non sorprende quindi che Urzí continui a difendere ancora oggi la politica anti-tirolese di Tolomei – compresi i toponimi colonialisti – come dimostrano anche le sue recenti dichiarazioni al Brennero.
Anche in materia di toponomastica il partito di governo ha fallito: da anni è in vigore solo il decreto del 1923; molti dei toponimi italiani inventati non sono più ufficiali. Tuttavia la Giunta provinciale continua a insistere sulla doppia denominazione persino per i masi più isolati, senza considerare che i nomi dei luoghi, come i cognomi, non possono essere tradotti. Il recente Sprachbarometer (NdR: il barometro linguistico), che riflette l’umore della popolazione, lascia però intravedere speranza: vent’anni fa più dei tre quarti degli italiani chiedevano la traduzione di tutti i toponimi – quasi tutti di origine fascista.
Oggi la chiede solo circa la metà. Ciò significa che molti dei nostri concittadini italiani hanno ormai preso le distanze dal fascismo nella toponomastica – mentre questo spirito continua a sopravvivere nella Giunta Provinciale. La soluzione della questione toponomastica potrebbe essere un primo passo verso una convivenza davvero paritaria.“
Lang ha terminato il suo intervento, introducendo l’oratore commemorativo ufficiale – „L’oratore commemorativo di quest’anno, l’avvocato Nicola Canestrini, è un noto penalista italiano con radici sudtirolesi. È specializzato in diritto penale internazionale ed europeo. Come suo padre Sandro Canestrini, difende perseguitati politici ed etnici. È esperto in estradizioni e nella tutela dei diritti umani nel processo penale. Parla fluentemente italiano, tedesco e inglese e dirige canestriniLex, uno studio legale dalla solida reputazione.
Nei prossimi giorni, UT24 pubblicherà il discorso integrale dell’avvocato Canestrini e l’intervento finale del Landeskommandant del Südtiroler Schützenbund, Christoph Schmid, nella versione in lingua italiana, oltre ad un approfondimento sulla „Madonna dei carcerati“.






