Freiheitskämpfer Sepp Kerschbaumer

Sepp Kerschbaumer, fondatore del Befreiungsausschuss Südtirol (BAS), “era un uomo profondamente religioso che cercò di cambiare la politica dell’Italia in Südtirol con tutti i mezzi pacifici possibili”, afferma Roland Lang, presidente dell’Heimatbund, “solo quando gli scioperi della fame, gli appelli e l’issare la bandiera tirolese proibita non furono sufficienti a far cambiare la politica romana, Kerschbaumer decise di ricorrere a mezzi illegali”. Josef “Sepp” Kerschbaumer nacque il 9 novembre ad Eppan, quando la regione faceva ancora parte dell’Impero austro-ungarico. Proveniva da una famiglia contadina e rimase profondamente legato all’identità linguistica e culturale tedesca della sua terra. Dopo la Prima guerra mondiale e l’annessione del Südtirol all’Italia, visse in prima persona le politiche di italianizzazione del regime fascista. Terminata la Seconda guerra mondiale, vide con delusione che l’autonomia promessa ai sudtirolesi non procedeva secondo le aspettative della popolazione tirolese. La frustrazione verso la lentezza dei negoziati politici portò, nel tempo, alla formazione di settori più radicali. Nel 1956 Kerschbaumer fu tra i fondatori del Befreiungsausschuss Südtirol (Comitato per la Liberazione del Sudtirolo, BAS), un’organizzazione clandestina che mirava ad attirare l’attenzione internazionale sulla questione sudtirolese. Il BAS organizzò azioni dimostrative e attentati dinamitardi, soprattutto contro infrastrutture e simboli dello Stato italiano. L’azione più nota fu la “Notte dei fuochi” del 12 giugno 1961, quando esplosero numerosi ordigni contro tralicci dell’alta tensione.
Kerschbaumer è un “patriota” che difendeva l’identità tirolese della popolazione del La frustrazione verso la lentezza dei negoziati politici portò, nel tempo, alla formazione di settori più radicali. Nel 1956 Kerschbaumer fu tra i fondatori del Befreiungsausschuss Südtirol (Comitato per la Liberazione del Sudtirolo, BAS), un’organizzazione clandestina che mirava ad attirare l’attenzione internazionale sulla questione altoatesina. Il BAS organizzò azioni dimostrative e attentati dinamitardi, soprattutto contro infrastrutture e simboli dello Stato italiano. L’azione più nota fu la “Notte dei fuochi” del 12 giugno 1961, quando esplosero numerosi ordigni contro tralicci dell’alta tensione. Kerschbaumer è un “patriota” che difendeva l’identità della popolazione sudtirolese; per lo Stato italiano rimaneva invece il principale responsabile di attività eversive ma per lo Stato italiano rimaneva invece il principale responsabile di attività eversive. Nel settembre del 1961, Kerschbaumer fu arrestato insieme a numerosi membri del BAS. Il processo, molto seguito anche all’estero, si svolse a Verona. Kerschbaumer fu condannato a 15 anni di reclusione per associazione sovversiva e attentati. Il trattamento dei detenuti del BAS provocò polemiche internazionali, poiché emersero testimonianze relative a violenze e interrogatori particolarmente duri. Vere e proprie torture. Mentre era detenuto nel carcere di Verona, Kerschbaumer morì improvvisamente il 7 dicembre 1964, a causa di un infarto. La sua morte ebbe un forte impatto sulla comunità sudtirolese: il suo funerale fu seguito da migliaia di persone ed è diventato un simbolo della lotta per i diritti linguistici e l’autonomia.
In un’epoca segnata da oppressione e silenzi forzati, un uomo semplice si levò come guida inattesa del suo popolo. Cresciuto tra le difficoltà quotidiane, maturò fin da giovane un profondo senso di giustizia e un legame indissolubile con la propria terra e la propria gente. Di fronte all’ingiustizia, non scelse la rassegnazione: organizzò incontri clandestini, diede voce a chi non poteva parlare e riaccese la speranza tra i più sfiduciati.
Sfidando pericoli continui, guidò atti di resistenza simbolica, colpi mirati a risvegliare la coscienza collettiva e attirare l’attenzione su un popolo oppresso. La sua figura divenne presto un faro: non per ambizione personale, ma perché la sua determinazione incarnava il desiderio di dignità e libertà di migliaia di persone. Anche nei momenti più difficili non vacillò, consapevole che il prezzo della libertà è spesso alto.
Il suo sacrificio —prigionia e perdita della vita — non fu vano: divenne un simbolo di coraggio e un punto di svolta nella storia del suo popolo. Le sue gesta continuano a vivere nella memoria collettiva come esempio di forza morale e dedizione alla causa della giustizia. Du bisch olbm im Herz von den Tiroiler, die di als a Bispiel in Erinnerung tian. Dein Land isch a unser Land, dein Opfer isch unsre Kroft.






