Flaminio Piccoli: Il punto di vista di Giuseppe Matuella – 1°

Siamo lieti, non per malignità, ma per operare a favore della Verità, fare ancora una volta l’avvocato del diavolo, con l’unico scopo per noi, il posizionare nella giusta luce uomini e fatti! E lo facciamo anche in questa occasione dove si va a ricordare Flaminio Piccoli e la sua passione per la politica, un campo piuttosto vasto dove ci sentiamo in obbligo di fare presente che c’è politica e politica, e dove anche Piccoli, in questo ha decisamente fatto qualche passo falso, almeno dal nostro punto di vista!
Il tutto allacciato alla Storia di questa nostra Terra Tirolese, che è stata vittima di un’aggressione da parte del Regno d’Italia, vittima di un governo totalitario regnicolo, che per più di un ventennio, ha imperversato violentando in maniera pazzesca la ns. Identità, il nostro vivere. Vittima pure di una classe politica, che appena uscita da una seconda guerra mondiale, decisamente malconcia, non è riuscita a scrollarsi di dosso quel viscidume del totalitarismo ed ha continuato all’incirca su quella strada, facendo solo un grossolano cambio d’abito. E ci spieghiamo!
Siamo in una Regione formata da due province, Trento e Bolzano, circa 730.000 abitanti, secondo il primo censimento dell’Italia repubblicana del 1951, dei quali una grossa percentuale s’aspettava un referendum per un chiarimento sul futuro di questa Terra Tirolese! Del resto, i referendum, più o meno degni di essere appellati con questo nome, s’erano fatti in tutti i territori della Penisola man mano che venivano “aggregati” alla corona dei Savoia!
Una buona politica, pensiamo, avrebbe potuto operare in modo da trovare soluzioni opportune, al fine di cercare d’accontentare tutti in maniera meno traumatica possibile! E invece?
Invece, ecco che tutto ciò viene tradito da una politica locale, dove uno dei pilastri portanti è proprio Flaminio Piccoli, che si ripara dietro uno scudo crociato, e in nome di Cristo semina il falso, nega, distrugge un’identità maturata in secoli di Storia vissuta dal Popolo Tirolese!
Infatti, in merito ad esempio alla politica sudtirolese, „Flaminio Piccoli è (e si dimostra chiaramente) nazionalista e lo confesserà più tardi proprio lui stesso. Valgano per esemplificare, due titoli del suo giornale. Il primo in data 26 maggio 1951“In un clima di alto patriottismo Trento ha detto no ai Tirolesi!” e “Trento e Bolzano diranno una parola sola e si chiamerà Italia!” in data 13 settembre sempre dello stesso anno. Pure l’interventismo dispiegato con merito, rispetto ai silenzi e alla trascuratezza precedenti dentro l’Azione Cattolica a favore di Bolzano, si traduce tutto dentro un orizzonte pastorale e politico “italiano” …
… Ma l’assunto generale era improntato al nazionalismo. Ne fa fede anche l’attacco a Don Delugan, nel 1958, accusato davanti al Vescovo di simpatizzare per la SVP e di scarsa difesa della politica di Odorizzi.
… Adesso ci si può chiedere se la cristianità locale si sia resa conto dell’urgenza del contributo che essa doveva portare per una migliore convivenza etnica. Mons. Rogger è impietoso nel giudizio:‘purtroppo la politica seguita dai trentini nel decennio del primo statuto di autonomia ha mancato al compito (di cooperazione attiva nella emancipazione della minoranza tedesca) o addirittura lo ha rovesciato ha favore dell’elemento italiano in provincia di Bolzano‘.
Sicuramente Trento, e Piccoli era la guida di maggior peso non riuscì ad immedesimarsi nel ruolo di traino della convivenza … Sicchè resterebbe una valutazione negativa sull’incapacità di Trento di farsi carico delle finalità sostanziali del Primo Statuto di Autonomia. (Fondazione Bruno Kessler – Gianni Faustini, „Flaminio Piccoli: un primo bilancio in “Archivio Trentino”)
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