von fpm 07.12.2025 13:00 Uhr

Dalla cronaca sudtirolese (3)

Punti di riferimento e punti di svolta nella lotta per l’autodeterminazione della parte tirolese dell’Eisack e dell’Etsch. Cronistoria di un periodo importante se non determinante per il Südtirol, dal 1959 al 1969 (da “Chronik Südtirol”, Reinhard Olt)

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

06 e 07 dicembre: Parlamento di Vienna sul Südtirol: in una sessione straordinaria del Consiglio Nazionale austriaco sul Südtirol, il Ministro degli Esteri Kreisky riferì di aver informato l’opinione pubblica mondiale sulla questione sudtirolese. L’Italia aveva speso 75 milioni di lire, ovvero tre milioni di scellini, per un supplemento speciale di un quotidiano di New York, sebbene la sua utilità fosse altamente discutibile. 06 e 07 dicembre 1961. Il primo processo austriaco contro i combattenti sudtirolesi per la libertà si svolse a Graz contro Kurt Welser (Innsbruck), Elisabeth Weiser (Innsbruck), Ottokar Destaller (Graz), Ludwig Messerklinger (Graz) e Hubert Thumer. Gli imputati erano accusati di aver procurato e distribuito esplosivi per la resistenza in Südtirol. A causa della sfiducia nei confronti del tribunale di Innsbruck, il processo fu trasferito a Graz. Il verdetto: Kurt Welser 1 anno, Ottokar Destaller 8 mesi, Elisabeth Weiser e l’Ing. Messerklinger 6 mesi ciascuno di lavori forzati e reclusione aggravata. Hubert Thumer fu assolto. L’Ing. Messerklinger, laureato in ingegneria, aveva citato i versi di Anton Wildgans: „solo verso la giustizia“ e, tra gli applausi del pubblico, dichiarò di considerare suo dovere morale aiutare i sudtirolesi. („Oberösterreichische Nachrichten“, 7 dicembre 1961.)

L’Unione Studentesca Austriaca presso l’Università Leopold-Franzens di Innsbruck, nella sua ultima riunione, ha approvato una risoluzione al Parlamento Tirolese e alla giunta provinciale sudtirolese, esprimendo il proprio sgomento per le ripercussioni del „Processo di Graz“, in cui sono state emesse condanne per la fornitura di esplosivi al Südtirol. Il procedimento giudiziario ha causato gravi danni ai sudtirolesi detenuti in Italia: in Südtirol si deve creare l’impressione che l’Austria, senza riguardo per la sorte di un gruppo di sudtirolesi, ai quali si dovrebbe almeno mostrare devozione e.…“ Il corpo studentesco dell’Università di Innsbruck spera e si aspetta che il Parlamento e il Governo Regionale Tirolese offrano protezione e sostegno a tutti coloro che credono sinceramente di dover agire e difendere il Tirolo.“ (Oberösterreichische Nachrichten, 18 dicembre 1961)

Intanto nel Südtirol si era diffusa un’ondata di arresti. A fine settembre 1961 erano ormai più di 140 le persone arrestate. Anche negli interrogatori si faceva ricorso senza scrupoli allo strumento delle torture. Sarcastici, gli aguzzini spiegavano alle vittime di avere ricevuto personalmente “carta bianca” dal Ministero dell’Interno e di poter dunque fare con i fermati quel che più li aggradava.I metodi utilizzati, fra cui il famigerato metodo della “cassetta” in uso negli interrogatori dei mafiosi, furono terribili e ben documentati dalle vittime in svariati scritti. I

l Presidente della Provincia Silvius Magnago fu raggiunto in quei giorni dalle notizie di numerosi detenuti che riferivano delle torture, ma non si mosse, per motivi di calcolo politico, e le torture continuarono dunque impunemente. In conseguenza delle percosse persero la vita i sudtirolesi Franz Höfler, Anton Gostner e anche il fondatore del Comitato BAS, Sepp Kerschbaumer. Altre vittime di quelle torture riportarono a vita danni alla salute e alcuni morirono prematuramente. (continua)

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