Una Terra… cinque Lingue! -Studafech volontadives de Fascia.

L Imper Austro Ungarich à lascià a noscia region Trentin – Südtirol n arpejon de gran valuta; i gropes di studafech volontadives. Con picoi articoi volon ve contèr vèlch mizacola de storia, soraldut de la neva storiches che aon troà per la val de Fascia, n cont ai sorastanc del fech e ai studafech volontadives.
Da i documents troé da Père Frumenzio Ghetta de Martin, vegn fora che te Fascia, n muie de outes, l é crepà fora feghes tant gregn da brujèr paìjes entriesc. Chest sessaben l era n muie fazile ajache la cèses e i tobié, fac de legn, i era duc un apede l’auter, donca se vegnìa fora fech no se brujèa demò na majon ma ence cheles apede.
I doi feghes più veies che se à testamonch coi documents l é chel del 1567 a Fontanac e chel n vea de Nadèl del 1610 canche se à brujà Ciampedel e Pian.
La comunanza de Ciampedel, n jeneion per la gran desgrazia, l à domanà didament a l vejin comun de Ciastelrot ajache la doi cumunanzes les era n muie n bones e duta does fajea pèrt del Tirol. Ciastelrot no se à tirà endò e sobito l ge à conzedù de taèr ju piantes sot Sasspiat per poder fèr su da nef l paìsc.
Do la gran desgrazia de Ciampedel, la comunanzes de Fascia les à entenù che ge volea meter n doura normes per vardèr che no vegne fora fech. Apontin del 1613, tel capitol 10 de la pèrt III del Statut de la Comunità de Fascia, l notèr Cazzan l met per iscrit la normes per i sorastanc del fech.
“
Capitolo 10. Delli incendi.
Poiché puoco avertimento, et negligentia de molti, è stata più volte causa de diversi incendii, et grande rovine nella valle di Fassa, per tanto si ha ordinato, che per ogni Regola (Comune) si debbino ogni anno deputar doi (due) persone per soprastanti, le qualli con authorità di poter pignorare (multare) li negligenti, vadino de giorni quindici in quindici, visitando et vedendo di casa in casa, che governo, et custodia si tiene del fuoco. Et occorrendo che per furtuna (disgrazia) si escitasse incendio alcuno, sono tenuti detti soprastanti, insieme con li Regolani, accorrer al fuoco, et tenir boni ordini, occiò quello con il miglior modo che sia possibile vienga smorzato et estinto”.
Chest donca l prum document che rejona di sorastanc del fech e de omin volontadives che cognea jir coran a destudèr i feghes.
N auter regolament generèl contra l mèl de fech, l é chel manà fora da l emperador Francesco II° d’Asburgo-Lorena, del 1787 co la normes da osservèr te la zità de Disproch. L document aea valuta te duta la zitèdes e i paìjes del Tirol che tolea ite ence la val de Fascia.
L regolament l pervedea normes de prevenzion percheche no crepe fora fech e se fossa stat de besegn chel che l era da fèr per destudèr i feghes. L era scrit l materièl che se cognea durèr a fèr su la cèses e i ciamins e chel che se cognea aer te majon, zeivers e vasches de èga, per esser verties se fossa crepà fora fech.
Te l articol 55 l era scrit che duta la zitèdes e i paìjes cognea enciarièr i sorastanc del fech.. ..”essi dovranno portarsi due volte all’anno, cioè in autunno e in primavera, unitamente al maestro muraro, al falegname e spazzacamino a visitare attentamente i camini , le stufe e i focolari, notare per quanto possibile i pericoli del fuoco, far levare istantaneamente quelli dai quali a ogni momento può nascere una disgrazia.”
Del 1881 l emperador Franz Josef l à manà fora l regolament per la formazion di gropes di studafech volontadives. Del 1884 l à manà fora la normes per l Tirol e Vorarlberg. Te chest document vegnìa racomanà de se fèr n arsegurazion contra l fech, i finanziamenc da conzeder ai pompieres e l dajea ence l orden che duc i paìjes abie n grop de amancol diesc studafech volontadives. Se la comunanza no fossa ruèda a arjonjer chest numer la cognea se meter ensema a la comunanza vejina.
Podon recordèr che, l prum fascian a fèr l cors a Busan e arjonjer la califica de Capitan di Studafech, l é stat l fotograf Franz Dantone Pascalin tel 1873. Dapò del 1884 l à metù ensema l grop di studafech volontadives de Cianacei, ge endrezan ence la mondures e i prumes erc per destudèr i feghes. Da l Archivie de Stat de Trent se vegn a saer che Ciampedel del 1877 aea domanà chel che se cognea fèr per meter su l grop di studafech volontadives, che dapò l é stat metù ensema de gra a l didament de l Capitan Franz Dantone Pascalin.
Per chest outa se fermon chiò, ti articoi che vegn rejonaron de co che la comunanzes se à endrezà i erc e la pompes per fèr front al fech.
Enformazions da:
Calandar de Fascia 1978 – Père Frumenzio Ghetta.
Picola storia di studafech de Ciampedel – Sabrina Rasom.
Storia e Stories di pompieres da Poza – Studafech volontadives de Poza.
Fassa e dintorni – Carlo Artoni e Bepi Pellegrinon.
Foto da : Picola storia di studafech de Ciampedel – Sabrina Rasom.
L’Impero Austro Ungarico ha lasciato alla nostra Regione Trentino – Südtirol un’eredità davvero importante, i corpi dei vigili del fuoco volontari. Con alcuni articoli vorremmo farvi conoscere la storia di questi gruppi di volontari con notizie storiche riguardanti soprattutto la val di Fassa.
Dai documenti ritrovati dal maggior storico fassano, Padre Frumenzio Ghetta di Vigo di Fassa, sappiamo che la val di Fassa nel corso della storia è stata toccata più volte da grandi incendi. Purtroppo alcune volte questi incendi hanno distrutto interi paesi. In passato queste disgrazie erano abbastanza frequenti, poiché le case ed i fienili venivano costruiti in legno ed aderenti l’un l’altro. Se fosse scaturito un incendio non si sarebbe bruciata solo una casa ma anche tutte quelle circostanti.
Sono stati trovati documenti che testimoniano e descrivono due grandi incendi. Infatti nel 1597 l’incendio di tutto il paese distrusse Fontanazzo ed uguale sorte toccò, la vigilia di Natale del 1610, all’intero paese di Campitello di Fassa e la sua piccola frazione di Pian.
La comunità di Campitello così duramente provata, chiese aiuto al Comune di Castelrotto con cui condivideva l’appartenenza al Tirolo. Castelrotto con grande disponibilità ed altruismo concesse di abbattere molte piante sull’Alpe di Siusi per ricostruire il paese.
Dopo la grande disgrazia di Campitello di Fassa, le comunità capirono che era necessario un regolamento per prevenire gli incendi. Così nel 1613, al capitolo 10 della parte III dello Statuto della Comunità di Fassa, il notaio Cazzan scrisse le norme per i “soprastanti” del fuoco.
“Capitolo 10. Delli incendi.
Poiché puoco avertimento, et negligentia de molti, è stata più volte causa de diversi incendii, et grande rovine nella valle di Fassa, per tanto si ha ordinato, che per ogni Regola (Comune) si debbino ogni anno deputar doi (due) persone per soprastanti, le qualli con authorità di poter pignorare (multare) li negligenti, vadino de giorni quindici in quindici, visitando et vedendo di casa in casa, che governo, et custodia si tiene del fuoco. Et occorrendo che per furtuna (disgrazia) si escitasse incendio alcuno, sono tenuti detti soprastanti, insieme con li Regolani, accorrer al fuoco, et tenir boni ordini, occiò quello con il miglior modo che sia possibile vienga smorzato et estinto”.
Questo che abbiamo trascritto è dunque il primo documento che nomina le guardie del fuoco e degli uomini che dovevano accorrere a spegnere gli incendi.
Un altro regolamento generale per gli incendi è stato emanato dallo stesso imperatore Francesco II° d’Asburgo-Lorena nel 1787 con le regole previste per la città di Innsbruck. Questo editto valeva per tutte le città e paesi della contea del Tirolo che comprendeva anche la Val di Fassa. Questo documento prevedeva norme di prevenzione antincendio nonché le regole per lo spegnimento. Prescriveva inoltre i materiali per la costruzione di case e camini, ordinava che in casa ci fossero sempre strumenti per lo spegnimento del fuoco quali tinozze e serbatoi d’acqua.
L’articolo 55 citava che tutte le città ed i paesi dovevano nominare le guardie o i commissari del fuoco…” essi dovranno portarsi due volte all’anno, cioè in autunno e in primavera, unitamente al maestro muraro, al falegname e spazzacamino a visitare attentamente i camini, le stufe e i focolari, notare per quanto possibile i pericoli del fuoco, far levare istantaneamente quelli dai quali a ogni momento può nascere una disgrazia.”
Nel 1881 l’Imperatore Franz Josef promulgò un regolamento per la formazione de corpi di vigili del fuoco volontari. Nel 1884 emanò le disposizioni per il Tirolo ed il Vorarlberg. Nelle prescrizioni si raccomandò la stipula di un’assicurazione contro gli incendi, inoltre si diedero disposizioni per concedere finanziamenti ai corpi dei vigili del fuoco volontari e si ordinò che in tutti i paesi ci fosse un gruppo di almeno 10 vigili del fuoco volontari. Se la comunità era troppo piccola per raggiungere questo numero doveva aggregarsi con la comunità vicina.
Possiamo ricordare che il primo fassano che partecipò a Bolzano al corso ed a conseguire la patente di Capitano dei vigili del fuoco volontari, fu il fotografo Franz Dantone Pascalin nel 1873. Nel 1884 Franz Dantone Pascalin, su incarico del Comune, organizzò il gruppo di pompieri volontari a Canazei acquistando le divise e le prime pompe. Nell’archivio di Stato di Trento risulta che la comunità di Campitello di Fassa, nel 1877 chiese istruzioni per fondare il corpo dei vigili del fuoco volontari. Lo stesso venne istituito grazie all’aiuto del Capitano Franz Dantone.
Con questa notizia storica chiudiamo l’articolo di questo mese. Proseguiremo nei prossimi mesi con altre notizie sulla storia dei vigili del fuoco volontari e di come le comunità dotarono questi gruppi delle attrezzature antincendio.
Bibliografia:
Calandar de Fascia 1978 – Père Frumenzio Ghetta.
Piccola storia dei vigili del fuoco di Campitello di Fassa – Sabrina Rasom
Storia e Stories di pompieres da Poza – Corpo dei vigili del fuoco volontari di Pozza di Fassa.
Fassa e dintorni – Carlo Artoni e Bepi Pellegrinon.
Foto da: Piccola storia dei vigili del fuoco di Campitello di Fassa – Sabrina Rasom.
