von mas 17.01.2025 08:30 Uhr

Tradizioni: 17 gennaio, Sant’Antonio Abate

Con Roberto Bazzanella, alla ri-scoperta di tradizioni, usanze, credenze popolari del Tirolo.

A Mavignola - Foto Manuela Sartori / UT24

17 gennaio – Sant’Antonio
17 de genàr – Sant’Antoni

“Sant’Antoni da la barba bianca: se no ‘l pioo, la néo po’ no la manca”

 

Il 17 gennaio è la festa di Sant’Antonio Abate. E’ uno dei “santi dell’inverno” o “santi della luce”. Era usanza dopo il tramonto di questo giorno, in molte vallate alpine, come nelle feste religiose di San Martino (11 novembre), San Paolo (25 gennaio), o in quelle profane del Carnevale o del “Trato Marzo”, accendere un grande fuoco, comunitario o famigliare. Era un atto di devozione con cui la popolazione affidava la custodia e la protezione di quanto avevano di più prezioso: la perdita degli animali, infatti, avrebbe potuto comportare per quelle economie fondate sulla sussistenza la rovina, il rischio concreto di andare incontro a lunghi periodi di stenti.

La tradizione familiare

Nei paesi contadini oggi è giorno di benedizione delle stalle e degli animali domestici o da allevamento, affiggendo sull’entrata dei luoghi di ricovero del bestiame un’immaginetta che raffiguri Sant’Antonio.  Il santo diventa una specie di Signore degli animali in base ad un episodio agiografico che può essere così riassunto. Alla fine dell’XI secolo le reliquie del Santo erano state trasferite in Francia nella diocesi di Vienne (e precisamente in una cittadina che ancora oggi si chiama Bourg Saint’Antoine) da un nobile pellegrino, Gastone. Nel 1297 nacque l’ordine questuante degli Antoniani, il quale richiamandosi alla regola di Sant’Agostino si diffuse in seguito per tutta l’Europa.
Una singolare specializzazione terapeutica degli Antoniani era quella di curare  il  “fuoco di Sant’Antonio”, mediante il grasso di maiale misto ad alcune erbe.  Questa terribile malattia, che “divorava come il fuoco” soprattutto gli arti inferiori, destinati perciò spesso all’amputazione, era causata da un fungo che si sviluppava nella farina di segale cornuta, largamente impiegata nel basso medioevo dai ceti rurali ed indigenti per confezionare il loro pane quotidiano Sicché le comunità rurali provvedevano ad allevare i maiali, fornendo agli Antoniani il prezioso grasso con cui i frati curavano l’ergotismo, all’epoca epidemico.   Cominciano così a diffondersi le prime immagini che raffigurano sant’Antonio con un porcellino ai suoi piedi e che, ancora nel XVII secolo, creavano non lieve imbarazzo ai teologi della chiesa di Roma, i quali non riuscivano a spiegarne i motivi.
L’adagio delle vallate di Trento in questo giorno dice “Sant’Antoni da la barba bianca: se no ‘l pioo, la néo po’ no la manca”, dunque se è bel tempo per Sant’Antonio, verrà ancora molta neve nelle settimane seguenti: sarà così?
Jetzt
,
oder
oder mit versenden.

Es gibt neue Nachrichten auf der Startseite