In pellegrinaggio, dalla Rendena a Mantova
“Altare Comunitatis Pinzoli Rendene Tridentine 1659”. E’ il cartiglio dell’altare eretto nella Chiesa di San Martino a Mantova, dopo che, nel 1604, i Gonzaga avevano concesso agli uomini della comunità di Pinzolo l’uso di un altare e il diritto di sepoltura.
Già da decenni (si dice fin dal Medioevo) la gente di Rendena si recava a Mantova a lavorare: come segantini, quasi al seguito delle “bòre” che arrivavano a Porto Catena dopo aver “navigato” nelle acque del Garda e del Mincio; come facchini, come tagliepietra, come salumieri e macellai, come “moleti”, come domestiche e balie. Un’emigrazione che continuò fino ai primi del Novecento, testimoniata da tanti diari, documenti, atti anagrafici; prima stagionale ma che poi spesso divenne stabile, con molte famiglie da Pinzolo e dall’intera valle (Collini, Maffei, Binelli ma anche Amadei, Sartori) che si stabilirono nella città e che ancora vi risiedono.
Il pellegrinaggio della Val Rendena a Mantova si rinnoverà domani, lunedì 11 novembre, in occasione della festa liturgica di San Martino. Quest’anno sarà presente anche l’arcivescovo Lauro Tisi, rendenero doc (è nato a Giustino), che concelebrerà la Santa Messa con il vescovo di Mantova, monsignor Gianmarco Busca. Alle 10.00 i fedeli provenienti dai paesi della valle si riuniranno in preghiera insieme a molti mantovani nella chiesa dove, per secoli, hanno pregato i loro antenati.