Recuperati resti sul Crozzon di Lares
Le montagne della nostra Terra continuano a restituire testimonianze della prima guerra mondiale, anche a causa delle alte temperature che stanno determinando la regressione e la fusione di alcune masse glacializzate. L’ultimo ritrovamento è avvenuto nei giorni scorsi nel massiccio dell’Adamello sul versante settentrionale del Crozzon di Lares, a 3.100 metri di altitudine, dove sono stati recuperati i resti scheletrici di un militare caduto in combattimento.
Anche in questo caso, dopo la puntuale segnalazione alla locale stazione dei Carabinieri, ha preso avvio il consolidato iter collaborativo tra il competente Ufficio del Ministero della Difesa italiano e l’Ufficio beni archeologici provinciale che ha assunto il coordinamento scientifico del recupero, condotto con metodologia archeologica. L’intervento è stato effettuato con il supporto del Nucleo Elicotteri dei Vigili del Fuoco della Provincia autonoma di Trento. I resti saranno sottoposti ad analisi bio-archeologiche e scientifiche per poi essere tumulati secondo le disposizioni delle autorità militari competenti.
I resti rinvenuti, prevalentemente ossei, affioravano frammisti ad oggetti di equipaggiamento militare sparsi sulla superficie del ghiacciaio. Il decesso è avvenuto con tutta probabilità nel corso dei combattimenti che hanno contrassegnato questa zona del fronte negli ultimi giorni di aprile 1916. I reperti (bottoni, parti di uniforme e una medaglietta votiva con dedicazioni in lingua tedesca) permettono l’attribuzione dei resti ad un soldato dell’esercito imperiale.
Dopo una sommaria spoliazione, la salma del soldato caduto fu molto probabilmente gettata all’interno del crepaccio terminale del ghiacciaio, allora a contatto con il versante roccioso, luogo abitualmente utilizzato per dare sepoltura ai cadaveri dei soldati nemici rimasti sul terreno conquistato.