von mas 06.10.2022 06:45 Uhr

Briciole di Memoria: La prima tappa della Marcia su Roma

Primi giorni di ottobre 1922: nella nostra terra sono quelli delle “prove generali” della Marcia su Roma: i fatti di Bolzano e di Trento vengono raccontati (da un punto di vista diciamo  “particolare”) anche dal Corriere della Sera.  Oggi un articolo pubblicato il 5 ottobre 1922: “I poteri all’autorità militare a Trento. Un vivace colloquio tra i fascisti e l’on. Credaro”


Trento, 4 ottobre, notte.  A Bolzano, dove stamane il Commissario governativo ha preso effettivamente possesso del Comune, la situazione è tornata normale. Da ieri sera continuano a partire forti nuclei di fascisti, che vengono concentrandosi a Trento, dove si incontrano con quelli in arrivo dall’Alta Italia e che ammontano a quest’ora a qualche migliaio.

Per quanto finora non si siano verificati incidenti, la situazione è qui  non poco preoccupante, tanto che oggi alle 13 il governatore della Venezia Tridentina, on. Credaro, ha creduto necessario cedere i poteri all’autorità militare. L’atto è avvenuto alle 13 ed a partire da quell’ora assumeva il comando della piazza il gen. Assum, comandante interinale della 7° Divisione.  (…)

I fascisti sono accantonati in vari edifici scolastici: per le vie, che sono tutte imbandierate, è un movimento incessante di squadre.  Il palazzo della Giunta provinciale, che dovrebbe essere uno degli obbiettivi dei fascisti, è presidiato da numerosa truppa; così pure il palazzo del Commissariato generale in piazza Venezia.

Dal balcone di un palazzo in via Belenzani, l’on. De Stefani (NdR: veronese, squadrista della prima ora, dopo la Marcia su Roma fu ministro delle finanze) ha rivolto alle squadre mobilitate, reduci da una sfilata compiuta poco prima per le vie cittadine, un breve concitato discorso.

Dopo aver affermato che i fascisti oggi presenti a Trento costituivano l’avanguardia delle legioni che avrebbero resa effettiva la sovranità dello Stato nelle terre redente, ha continuato “Attendete l’ordine dei vostri capi. Questa è la prima tappa della marcia su Roma e contiamo già una vittoria che sarà memorabile. Questa vittoria si chiama Bolzano. L’effige del Re penetrà per la prima volta nel palazzo comunale di Bolzano e per essa i figli d’Italia ottennero il rispetto per la lingua materna e una scuola nel nome della nostra Regina. Fascisti, a noi!!”

I rappresentanti del Fascio hanno avuto questa sera un colloquio col Governatore: la conversazione si è fatta subito vivace e concitata e alla fine ha assunto un tono drammatico.  Erano  presenti oltre al  sen Credaro e i delegati fascisti on De Stefani,  cap Starace, on Buttafuochi e Farinacci, il comandante il Corpo d’armata di Verona gen Gherzi, il prefetto di Trento comm. Cottalasso, il capo-gabinetto dell’ on Credaro comm. Petrignani e il questore Monaco (…)

Il deputato fascista è passato a enumerare le colpe che attribuisce al governatore, come l’avvenuta elezione di quattro deputati tedeschi dell’Alto Adige, l’assenza dei ritratti dei Reali dall’aula del Consiglio comunale di Bolzano.  – Che cosa volete che faccia io – ha risposto Credaro – la legge d’altra parte non fa obbligo ai Comuni di esporre le immagini dei Reali.

I quattro delegati fascisti sono insorti, protestando e invitando il governatore a dimettersi senz’altro (…). Io – ha risposto il governatore – sono  a questo posto come un soldato e non cedo. Non mi dimetto. Al Governo, che qui rappresento, dovrete rivolgere le vostre imposizioni.  Il reciso rifiuto ha eccitato vieppiù gli animi dei quattro fascisti che hanno rpetuto le loro accuse con ancora maggiore violenza, e a nuove dichiarazioni del governatore si sono indignati, così che si sono allontanati dalla sala esclamando: “Basta! Basta! Abbiamo capito con chi abbiamo a che fare!”

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