Tracce di fede: La Madonna dei Conti d’Altaguardia

Tracce di fede, indelebili. Sono quelle che caratterizzano l’intero territorio tirolese. A volte sono segni importanti, dipinti o sculture di artisti noti e famosi. Altre, forse la maggior parte, sono opera di semplici artigiani dotati di senso artistico e di innata manualità , altre ancora sono il risultato dell’impegno, elementare ma originale, del proprietario del fondo o del maso. Ma di qualsiasi opera si tratti, questi segni stanno a testimoniare la fede.
In pellegrinaggio lungo le tracce del Cammino Jacopeo d’Anaunia, il viandante giunge anche al Santuario di Santa Maria Assunta a Baselga, piccola frazione di Bresimo, in Val di Non.
Le prime notizie di questo luogo di culto risalgono al 1324, qualche anno dopo esso fu ricostruito per volere della nobile famiglia degli Altaguardia. Da allora esso è meta di pellegrinaggio, di preghiera, di richieste di intercessione alla Vergine Assunta in Cielo.
Della fede profonda che circonda questo luogo, sono testimonianza la collezione di ex-voto (li vedremo domenica prossima), il ciclo di affreschi del 1500, ispirati alla Piccola Passione di Albrecht Dürer, opera probabilmente di un pittore itinerante proveniente dalle terre germaniche, ma soprattutto le sue incredibili custodi.Â
Le chiavi del Santuario infatti sono custodite da due anziane donne che vivono nella casetta che sorge a fianco della chiesa. Piccole, curve, un po‘ incerte sulle gambe… ma che, dopo aver aperto la serratura un po‘ cigolante, entrano santuario, sembrano tranformarsi, scrollandosi di dosso un secolo abbondante in due. Sono loro che permettono l’ingresso al pellegrino e lo accompagnano con lo sguardo lucidissimo, mentre cambiano i fiori davanti all’altare o tolgono i resti di cera dai portacandele.
Di questi tempi dove c’è tutto e non c’è nulla, il primo miracolo della Madonna Assunta sono i loro occhi ed il loro sorriso.
