von mas 23.09.2022 12:36 Uhr

L’Euregio racconta la Marcia su Bolzano

Ieri sera l’appuntamento nell’ambito dei Giovedì Culturali dell’Euregio alla Casa della Pesa – Gli avvenimenti sono stati raccontati attraverso gli articoli dei giornali dell’epoca.  In attesa di una serata che ricordi anche la Marcia su Trento, riportiamo alcuni “inteessanti” stralci da uno degli articoli presentati ieri sera, tratto dal giornale degasperiano Il Nuovo Trentino…  

Foto: Manuela Sartori / UT24

Interessante la serata di ieri alla Casa della Pesa: le voci di Walter Landi e dei lettori Astrid Panizza e Thomas Sinha  e il canto del Kleiner Chor, con il cordiamentoo progettuale e  la regia di Christoph von Ach,  segretariato generale dell’Euregio,  hanno accompagnato il numeroso ed attento pubblico che affollava l’avvolto di pietra in un viaggio nella storia.

Gli avvenimenti di quei giorni drammatici, la presa fascista della città di Bolzano e di quella di Trento, prove della Marcia su Roma, l’esautorazione del sindaco di Bolzano Perathoner e del Commissario Credaro, sono state narrati attraverso articoli del Bozner Nachrichten e dell’Avanti, del giornale fascista stampato a Merano Il Piccolo Posto, delle Innsbrucker Nachrichten ... ed anche del Nuovo Trentino, il giornale diretto da Alcide Degasperi che aveva iniziato le pubblicazioni nel Novembre 191, subito dopo l’occupazione italiana del Tirolo Meridionale.

Ed è proprio sul Nuovo Trentino che il 27 settembre 1922 appare questo articolo, che ieri è stato attribuito allo stesso Degasperi.  Ne pubblichiamo alcuni stralci, che riteniamo piuttosto… illuminanti, e soprattutto degni di essere letti a cento anni di distanza.

Sarebbe comunque interessante che anche a Trento si pensasse ad organizzare una serata come quella di ieri ..  tanto per non dimenticare che  cento anni fa i fascisti non marciarono solo su Bolzano, ma anche su Trento.

Perathoner, dimettetevi!

Noi non abbiamo responsabilità della politica che dai partiti o dal Governo viene fatta in Alto Adige. Costituendo a Bolzano il suo segretariato il Partito Popolare ha mirato soprattutto alla tutela e all’organizzazione  delle minoranze italiane e ladine e, in confronto ai tedeschi, ha subito espresso il proposito di avvicinamento e di acquisizione legale e pacifica al pensiero di stato italiano.

Ma è vero che questa politica può avere effetto solo se di contro non viene organizzata la politica delle porte chiuse e se a ogni avvicinamento da parte italiana non vi sia chi  per programma e per proposito fermo  reagisca con moto di repulsione. Uno degli autori più ostinati di questa politica della  “ripugnanza istintiva” è il sindaco Perathoner.

Il nostro giornale quindi ha insistito parecchie volte perchè quest’uomo si ritirasse. Alla vigilia delle recenti elezioni amministrative, i politici tedeschi stessi parvero consentire che un uomo come Perathoner, il quale si ostinava a mostrare nelle forme più rudi la ripugnanza al nuovo stato di cose, non si poteva nè si doveva esporre in una posizione che esigeva se non altri sentimenti almeno altro atteggiamento.

Ma i radicali commisero allora l’errore di ripresentare il Perathoner. Il Governo concesse la sanzione sovrana che comparve nella Gazzetta del 12 giugno di quest’anno. Ma Perathoner non ha prestato ancora giuramento, le formalità non sono ancora compiute.  Perathoner è ancora in tempo a rinunziarvi e a fare il sacrificio che oggi richiedono da lui le esigenze di una politica ragionevole, il bisogno di creare le premesse per un modus vivendi.

I tedeschi hanno fatto male a chiedere da questo rude carattere di settantenne, che per la sua inurbana testardaggine era solito procurare dei grattacapi anche al governo austriaco, uno sforzo contro la sua natura e il Verband ha commesso un errore che può essere ancora riparato solo col consigliare al vecchio sindaco di Bolzano  l’immediato suo ritiro.

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