von mas 14.05.2022 18:30 Uhr

Un libro al mese – Cesare Battisti, il Tirolo tradito 2°

Con Giuseppe Matuella, attraverso il primo dei sui libri su Battisti, iniziamo “un percorso nella storia della nostra Terra, da Heimat a Patria”. Oggi un secondo stralcio:  “La meta che si doveva ad ogni costo raggiungere era la guerra contro l’Austria e per quella meta bisognava dare il massimo, usare ogni mezzo”

Risulta abbastanza strano che gli autori che hanno trattato il personaggio di Battisti lo abbiano introdotto con pochissime note dal punto di vista umano: la famiglia, la fanciullezza, i primi contatti con il suo mondo di allora.  Quando invece si va a cercare il suo operato, il suo vissuto da socialista irredento, autore di quella propaganda a favore della guerra e infine combattente in divisa italiana, allora ci si trova coperti da una marea di pagine e  pagine che trattano ogni cosa (almeno apparentemente) di quanto lo abbia riguardato.

Nella stragrande maggioranza degli scritti a lui dedicati infatti lo si introduce semplicemente con “Nacque a Trento il 4 febbraio 1875 da una famiglia di agiati commercianti. Nell’ambiente cittadino vibrò di passione nazionalista, il carattere del B. si formò già negli anni dei primi studi”

Ma a parte i dati anagrafici e la qualifica di “agiati commercianti” dei genitori che riesce a far comprendere che si trattava di una famiglia con un certo tenore di vita, niente si riesce a capire,  quasi che il personaggio fosse senza una famiglia, senza una storia alle spalle. Eppure Batisti esce da una famiglia che ha ben otto figli  fra maschi e femmine (…)  Quindi la famiglia Battisti risulta agli effetti piuttosto numerosa, ma nonostante  questo è pochissimo presente nella “scena battistiana”, quasi si volatilizza, come  se uno non fosse degno dell’altra e viceversa.

(…) Può darsi che la scomparsa prematura del fratello maggiore nel 1887 e del padre nel 1890, quando il giovane Cesare aveva appena 15 anni, abbiamo influito sulla sua formazione; sta di fatto che Battisti intraprende una strada tutta sua, quasi staccata dal nucleo familiare, sempre impegnato in studi fuori sede e preso dalla sua attività politica. Di quest’ultima bisogna dargli atto, a modo suo fu decisamente perseverante questa strada fino alla fine.  (…)

L’ambiente fiorentino lo portò  molto presto, precisamente a Natale  del 1895,  a fare conoscenza con la sua futura compagna, Ernesta Bittanti. E questo sarà l’incontro che diventerà determinante  anche per il futuro di Battisti stesso, in quanto questa nuova conoscenza si dimostrerà caratterialmente molto influente anche sui suoi successivi comportamenti.

Nata a Brescia nel 1871, la Bittanti si trasferì a Firenze  nel 1890, appena terminati gli studi ginnasiali, Si iscrisse alla sezione di Filosofia, diplomandosi nel 1896 e diventando così  una delle prime e poche donne laureate dell’Italia del tempo. Causa la sua caparbia attività politica  ed il suo dichiarato laicismo positivista,  nel 1898 viene espulsa dall’insegnamento  in tutte le scuole del Regno d’Italia.

Strana coincidenza vede ambedue i personaggi accumunati  nell’espulsione: Battisti espulso da tutte le università austriache, la sua compagna esclusa dall’insegnamento in tutte le scuole del regno sabaudo.  (…)

Quel qualcosa di  più vantaggioso nell’0rdinamento sociale tirolese rispetto alla confinante Italia sembra non sia stato messo a conoscenza  da parte della propaganda socialista, della quale Battisti era il principale artefice nei confronti dell’opinione pubblica locale,  ovviamente perchè si pensa avrebbe contribuito a smorzare  certi entusiasmi nelle masse, con conseguente ridotta penetrazione di quell’irredentismo che era l’obiettivo principale.

Viene da pensare questo perchè poi, lo stesso Battisti, nel momento  più impegnativo della sua vita, morendo, non abbia gridato Viva il Socialismo, Viva la classe operaia,  ma sembra che l’ultimo suo evviva sia stato all’Italia e a Trento italiana.

Una conferma di questo screditare  l’impostazione e la conduzione del territorio tirolese di lingua italiana, da parte di Battisti, la troviamo molto spesso sia durante la sua permanenza al Parlamento di Vienna, dove è  una costante la  critica più feroce verso tutto quanto sapeva di austriaco, ma anche nel suo peregrinare attraverso l’Italia. I suo comizi spesso contenevano informazioni  più che discutibili riguardo la realtà della nostra terra, ma si sa, ormai invischiato nella pastoia interventista,  quel suo comportamento ormai rappresentava un passaggio pressochè obbligato.

La meta che si doveva ad ogni costo raggiungere  era la guerra contro l’Austria, e per quella meta bisognava dare il massimo, usando ogni mezzo.

Chi vuole acquistare “Cesare Battisti – Il Tirolo tradito” e non riesce a trovarlo in libreria, può rivolgersi alla casa editrice Publistampa Arti Grafiche di Pergine Valsugana, oppure direttamente all’autore Giuseppe Matuella (anche contattandolo via mail: giuseppe.matuella@gmail.com)

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