Ich, Kerschbaumer 21 settembre 1961
Oggi all’imbrunire c’è stato uno scambio di colpi d’arma da fuoco durato almeno mezz’ora tra attivisti sudtirolesi armati e un’unità militare insediata a Rabenstein in Sarntal con compiti di sorveglianza. Entrambe le parti hanno utilizzato delle mitragliatrici.
Jörg Klotz, Luis Amplatz, Peter Kienesberger, Peter Fritz, Helmut Hülsner e un altro sudtirolese di cui non conosco il nome, hanno attaccato un’unità di pionieri nelle cui fila c’era anche l’assassino di Josef Locher. Locher è il bracciante che il 19 giugno è stato crivellato di colpi di mitragliatrice sparati a raffica da un militare mentre saliva al maso dove lavorava con la teleferica dei materiali (Ho già raccontato di questo fatto il 19 e il 23 giugno).
Si dice che a un certo punto uno degli ufficiali italiani abbia preso un bambino e lo abbia usato come copertura, affacciandosi alla finestra e sparando sopra la testa del piccolo. Gli attivisti affermano che a quel punto se ne sono andati, perché non volevano mettere in pericolo la vita del bambino, e che sono davvero indignati dal fatto che un bambino venisse preso in ostaggio e trascinato in una situazione così pericolosa.
Mentre Jörg Klotz si è ritirato con il gruppo in Passeier, Luis Amplatz è diretto indisturbato verso Bolzano. I soldati aggiuntivi chiamati da Merano e Bolzano per rinforzare l’unità militare ed arrivati con veicoli blindati, non si sono nemmeno allontanati dalla strada, ma si sono trincerati dietro postazioni di sacchi di sabbia erette in fretta e furia.
Fonte del testo e fotografica: Otto Scrinzi, Chronik Südtirol 1959-1969, pagina 256