von Vanessa Pacher 11.06.2021 11:43 Uhr

Camminando – Il valore della rinuncia

Un’escursione a Malga Sette Selle verso cima Sasso Rotto, nel Lagorai

Quando ci si pone un obiettivo si investono tutte le proprie energie e forze per raggiungerlo. Non conta il tempo che si impiega per conquistare il nostro “oggetto del desiderio”, è importante piuttosto la sua definitiva conquista: ogni nostra azione è volta infatti a questo obiettivo finale. Eppure accade spesso che tra noi e il nostro desiderio si frappongano degli ostacoli, più o meno ardui da superare, ed a quel punto la meta si fa lontana e il percorso una frustrante posticipazione del coronamento del nostro successo di conquista. Nella vita, come in qualsiasi escursione in montagna, questo fenomeno accade più spesso di quanto vorremmo. Anche quando sembra che ciò che vogliamo, che abbiamo sempre desiderato, sia alla portata di un attimo, di un passo, di un fortuito caso, ecco che accade l’imprevisto per cui ci vediamo costretti a rimandare o addirittura rinunciare al nostro desiderato traguardo, di qualsiasi aspetto e natura esso sia.

Per un escursionista il traguardo è solitamente una cima, la vetta di un monte, meta finale del percorso che intraprende proprio in vista di essa. Una di queste cime è la vetta di Sasso Rotto (2235 m.), nel Lagorai, a cui porta una suggestiva escursione che procede da località Suerta (sentiero n.312) , nel comune di Telve di Sopra, in Valsugana.

L’alpinista verso quell’obiettivo si pone con tutto se stesso, iniziando il proprio cammino, seguendo la via che conduce a quel fine stabilito, allo stesso modo di chi nella vita intesse la trama della propria esistenza sulla base dei propri desiderosi progetti. Eppure, più spessi di quanto vogliamo, per qualsivoglia motivo, nonostante le energie spese, il tempo trascorso e l’impegno perseverante, la costrizione esterna di abbandonare e rinunciare alla meta è più forte di qualsiasi nostra virtù e forza. A volte la dea fortuna decide al posto nostro, e spesso in montagna lo fa con il tempo atmosferico. Per quando l’alpinista si accanisca contro di esso. Affrontare la rocciosa salita verso la Cima Sasso Rotto, dalla Forcella di Sasso Rotto, non richiederebbe un impegno così rilevante, poco è il tempo che separa l’alpinista dal suo obiettivo, 2.40 h dalla località Suerta (1383 m.) e 1.45 h da Malga Sette Selle (1906 m.).

Può, quindi, decidere di affrontare il mal tempo, correre il rischio e raggiungere la vetta. Questa però è un’idea che mostra come l’obiettivo, l’oggetto del desiderio, assuma le sfumature di una cattiva ossessione. Può, invece, abbandonando il rischio della follia, fermarsi alla Malga, già raggiunta nel bel mezzo della nebbia, mentre le nubi si addensano e il freddo di una primavera avversa non dà tregua. Ed ecco, dunque, che compiuta la sua scelta rinuncia alla vetta, o meglio si ripromette di rimandarla al momento in cui le condizioni della “fortuna” saranno più favorevoli e propizie alla scalata finale. Perchè rinunciare non è segno di debolezza, anzi il più delle volte è sintomo di virtuosa sapienza e forza d’animo.

Vanessa Pacher

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