von mas 23.04.2021 11:45 Uhr

Attraverso l’obiettivo: Autonomia e Libertà

Immagini e suggestioni della nostra Terra, viste attraverso l’obiettivo – e lo sguardo – di Enzo Mattei, che torna dopo una lunga clausura:  Non riconoscere il potere centrale, proclamandosi di fatto autonomi, totalmente liberi di scegliere il proprio destino.

La natura insegna - Lago di Toblino (Foto: Enzo Mattei)

Penso e ripenso a quanto mi manca la possibilità di potermi muovere in libertà come vorrei, frequentando luoghi per me importanti, potendo  incontrare le persone a me care. Non è possibile. La nostra libertà è stata limitata nell’ultimo anno, la nostra autonomia sfregiata e mutilata, umiliata, dai politici locali e nazionali, dalla stampa nazionale che non perde occasione per spalare letame in abbondanza sulla nostra specialità,  a volte centrando anche correttamente l’obiettivo, ma spesso solo per fortuna cieca e non per conoscenza diretta della nostra storia, della storia del nostro statuto di autonomia.

Vista la situazione pandemica contingente si invoca  a più voci la necessità di abolire di fatto l’autonomia di ogni ente locale: la risposta al contagio è centralismo estremo e militarizzazione del territorio e nella gestione delle risorse. Di fatto viviamo in un paradossale stato di polizia che dovrebbe far rabbrividire chi da sempre si è palesato come paladino della libertà anche estrema, ebbene questi signori dove sono adesso? Ma al governo,  col beneplacito di tutti gli schieramenti politici. E i nostri amministratori locali che fanno? Niente, piegano la testa e  pronunciano l’obbedisco di garibaldina memoria. Ogni tanto fanno finta di alzare la testa e di essere strenui difensori dell’autonomia, quando non sanno nemmeno cosa essa sia, da dove derivi e, peggio ancora, non hanno la minima idea di come difenderla, o meglio implementarla in modo esponenziale, come la criticità del momento e la ragione suggerirebbero.

Autonomia deve diventare sinonimo, per me già lo è, di Libertà, intesa non come voluttuosità estrema degli atteggiamenti individuali, bensì come apertura  al possibile. Essere liberi significa non precludere nulla al possibile, aprirsi alla possibilità del possibile, ossia, tradotto in termini non metafisici,  apertura  totale ad ogni scenario immaginabile, senza alcuna preclusione, se non quelle imposte da un senso etico naturale e necessario alla sopravvivenza della specie.

Oggi funziona tutto a rovescio. Non c’è apertura, non ci può essere, siamo imbrigliati dentro una gabbia fatta di leggi, leggiuncole, decreti legge, dpcm ecc, che di fatto ci precludono la possibilità di scegliere una nostra strada in autonomia totale. Siamo di fatto liberi di fare ciò che Roma ci lascia fare: questa è una falsa libertà, è una gabbia dorata dove ci tengono all’ingrasso e noi pasciuti  ci beiamo di questa nostro stolto accontentarci, pingui e scontati schiavi di un sistema che va la di là della politica, che si basa su una Weltanschauung  totalmente storta e distorta.

L’esempio per liberarci da queste catene lo possiamo trovare tutt’intorno a noi; viviamo in una terra aspra e ricca ad un tempo, dove la Natura ha ancora spazio, sempre meno, per esprimersi nella sua immensa potenza. Noi viviamo perennemente in uno stato di volontà di potenza repressa, da noi stessi, dalla nostra morale, totalmente sbilenca, totalmente priva di un fondamento logico. E’ la Natura a dettare il ritmo dell’Essere , dell’esistenza dei singoli individui e delle comunità. Una società non nasce per la pietas, ma dalla necessità di sopravvivenza, e in questo siamo perfettamente uguali a qualsiasi altro essere vivente: mors tua vita mea. I falsi profeti predicano bene e razzolano male: perseguono il loro obiettivo egoistico, come ogni essere vivente, perchè l’egoismo è il fondamento della vita, della resistenza, della sopravvivenza, negarlo è ipocrita, come negare la necessità di usare la ragione per risolvere le questioni necessarie. Siamo uniti in comunità non per spirito di fratellanza, per amore del prossimo, ma esclusivamente per necessità di sopravvivenza. Questo deve essere chiaro. L’unione fa la forza, la sottomissione rende schiavi. Non è possibile unirsi in entità troppo grandi mantenendo vivo un obiettivo comune, perchè ovviamente la mia sopravvivenza va a discapito di quella del vicino. Ciò ovviamente non significa  essere in uno stato di guerra perpetua, ma nemmeno ignorare questo basilare principio della vita.

E questo cosa c’entra col nostro territorio? Esso ha caratteristiche fisiche particolari ben diverse da quelle del resto del Nord Italia: territorio diverso, necessità uguali, ma modo di esaudirle ovviamente diverso. Alla stessa necessità non sarà possibile trovare una soluzione comune uguale a chi vive un territorio totalmente diverso: cambiano le condizioni ambientali e devono cambiare necessariamente le risposte.

Roma non può e non deve permettersi di imporci un modus operandi che non sia nostro: solo noi siamo naturalmente liberi di decidere del nostro destino. I nostri amministratori locali non ne sono consapevoli o forse il loro interesse personale non coincide con quello del proprio popolo, della propria comunità d’appartenenza. Un vero autonomista, un uomo realmente libero, dovrebbe non solo battersi nelle sedi istituzionali, ma andare in piazza, incontrare i suoi conterranei ed invitarli a riflettere su questi temi, cercare di smuoverne le coscienze al fine di portare la popolazione tutta ad avere una coscienza piena di se stessa.

Solo così si potrà imporsi sul potere centrale, semplicemente rifiutandolo, non riconoscendolo, proclamandosi di fatto autonomi, e questa volta per davvero, totalmente liberi di scegliere il proprio destino

  • La roccia ferma nel flusso dell'acqua - Torrente Leno, Rovereto, Tirol (Foto Enzo Mattei)
  • La luce scolpisce le forme e modifica la nostra percezione del mondo (Foto Enzo Mattei)
  • Dettagli e attenzione ad essi - La natura insegna (Foto Enzo Mattei)
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