von Vanessa Pacher 28.02.2020 18:30 Uhr

Camminando – Baito “Buse dell’Oro”

Alla ricerca dell’ora d’oro tra i boschi del Parco Naturale di Paneveggio

Quando si torna nella realtà, quella civilizzata, quella in cui tutto è dato per scontato, quella in cui per bere un bicchiere d’acqua non c’è  bisogno di sciogliere della neve a fuoco lento, ma basta aprire il rubinetto della cucina; quella in cui per una tazza di tè è sufficiente accendere il gas e non una stufa con della legna bagnata che stenta ad ardere…quando si ritorna in questa realtà si comprende con assoluta certezza  che ciò che è dato per scontato acquista valore, che il superfluo lascia spazio al prezioso essenziale della vita.

Ma è certamente vero che prima di acquisire questa consapevolezza è necessario vivere l’altra realtà, quella parallela, quella alternativa, quella ormai favolistica dell’uomo completamente immerso nella natura, senza altro strumento se non la propria ragione e la propria forza, fisica e d’animo.

 

  • L'ora del crepuscolo (Foto: Antonio G. Toscani)
  • Il cielo striato dell'ora d'oro. (Foto: Antonio G. Toscani)
  • L'ora del crepuscolo (Foto: Antonio G. Toscani)

È difficile, ormai, nella società odierna, trovare un luogo incontaminato, dove l’uomo lasci spazio al dominio della natura; eppure esistono ancora degli anditi nascosti, tra radure incontaminate e fitti boschi inesplorati in cui ci si può imbattere nel paesaggio favolistico di una natura che ancora regna sovrana. Tra queste aree vergini, spunta sulle mappe un nome: Località Buse dell’Oro.

Il luogo, sito a nord del Piccolo Colbricon, nel complesso del Parco Naturale di Paneveggio Pale di San Martino, è uno di quei posti segnati sulle mappe in modo del tutto approssimativo, quasi per nasconderlo il più possibile agli occhi della civiltà. Si tratta, infatti, di un luogo prezioso per la sua incontaminatezza, ma soprattutto per un bivacco, una casetta in legno che sorge ai margini di una vasta radura, che per gli amanti dell’escursionismo e della montagna rappresenta un tesoro, come rivela il nome stesso “Baito Buse dell’Oro”.

  • Baio Buse dell'Oro al crepuscolo (Foto: Antonio G. Toscani)

Un tesoro certamente, soprattutto se utilizzato come rifugio nelle sere piovose d’estate, o nelle gelide notti d’inverno per ripararsi dal freddo. Un tesoro che, una volta raggiunto, consente di trascorrere del tempo a diretto contatto con la natura e con l’essenzialità del vivere completamente immersi nel verde degli alberi, con lo sguardo puntato verso l’alto, verso un cielo trapunto di stelle dove l’uomo scopre di essere un minuscolo puntino in quell’Universo che si rivela ai suoi occhi nella notte buia.

Per raggiungere il bivacco sono possibili due percorsi, il primo parte dal parco di Paneveggio, mentre il secondo da Malga Ces, nei pressi di San Martino di Castrozza. In quest’ultimo caso da Malga Ces risalendo la pista da sci per circa 300 m, sulla destra, indicato dalla segnaletica, inizia il sentiero che sale fino alla forcella Colbricon. Si prosegue per l’ex-malga Colbricon e appena prima di raggiungerla si svolta a sinistra seguendo la segnaletica indicante “Buse dell’Oro”; da qui in poi il sentiero d’estate è ben segnalato, mentre d’inverno le tracce vengono meno, pertanto è necessario seguire l’intuito e il tracciato estivo mappato L18 che prima taglia in diagonale le pendici della montagna, poi entra nel  bosco. Il sentiero ad un certo punto costeggia dall’alto la Val Ceremana, per poi inoltrarsi ulteriormente fino a raggiungere i piedi del Piccolo Cobricon e il “Baito Buse dell’Oro”, posto a 2045 m.s.l.m.

  • Notturna (Foto: Antonio G. Toscani)
  • Il Baito di notte (Foto: Antonio G. Toscani)

Vanessa Pacher

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