Welschtirol
von mas 11.11.2019 15:35 Uhr

Tradizioni: 11 Novembre, San Martino

Con Roberto Bazzanella, alla ri-scoperta di tradizioni, usanze, credenze popolari del Tirolo.

11 de novembre, 11.november, 11 novembre
San Martìn –  St. Martin  – San Martino

San Martìn da la barba bianca: pàr st’invèrn néo no ‘n manca
Hat Martini einen weißen Bart, wird der Winter lang und hart
San Martino con la barba bianca: quest’inverno la neve non manca

Ecco l’11 di novembre, San Martino, punto di congiunzione fra la fine dell’anno agrario e l’inizio del nuovo anno. In alcune vallate dolomitiche i giorni prima di San Martino erano detti proprio “i càodàni”, parola che deriva da “Cào de àn” cioè “l’inizio dell’anno”, e da essi si può ricavare l’andamento della stagione successiva, l’inverno.

Un antico adagio delle valli dolomitiche recita “San Martìn da la barba bianca: pàr st’invèrn néo no ‘n manca”, e la “barba bianca” del Santo di Tours è presente quest’anno sulle montagne a quote basse fin dai primi giorni di novembre, i “càodàni”, e forse nella giornata odierna ne arriverà dell’altra: si prepara un inverno nevoso.

San Martino era tenuto in gran conto dai nostri vecchi, era il giorno dei conti, del pagamento degli affitti, del versamento delle “stéore”, del rinnovo dei contratti, della chiusura definitiva dei lavori in campi ed orti per lasciare spazio al riposo invernale, preludio di un nuovo ciclo annuale di semina, coltivazione e raccolta.

San Martino è anche l’inizio del periodo più buio, delle giornate con sole per poche ore, e così è divenuta anche la prima delle “feste delle luci” o dei “santi portatori di luce”, come saranno più avanti anche Santa Lucia, il Natale, Sant’Antonio Abate, San Paolo, per concludere tutto con la “Candelora” il 2 febbraio. In molti luoghi delle vallate di Trento per San Martino era anche usanza accendere grandi fuochi, tradizione che oggi permane solo a Predazzo in valle di Fiemme.

Sono 40 i giorni che separano San Martino dal Natale, e 40 quelli dal Natale alla “Candelora”, il 2 febbraio, e questi 80 giorni sono quelli del periodo natalizio. E’ tradizione dunque, nel giorno di San Martino, iniziare le tipiche preparazioni natalizie, in cucina o nelle usanze, a partire dai biscotti, realizzati, oggi, a forma di cavallo, proprio in ricordo di San Martino, fino ad arrivare, per chi vuole, alla realizzazione delle prima decorazioni del Natale, come l’albero.

San Martino è fra i santi più venerati, e ad esempio, in alcune valli dell’Occitania, è lui che la notte fra il 10 e l’11 novembre entra nelle case e porta doni ai bambini: in questo senso è anche il primo dei santi “portatori di doni” insieme a San Nicola nella tradizione mitteleuropea e nordica, a Santa Lucia in nord italia, e a San Basilio nelle comunità greche e albanesi del sud italia o in Europa orientale.

Le tradizioni legate a San Martino erano un tempo molto diffuse nelle valli dell’Avisio e in quelle del Noce e delle Giudicarie. Radicata era l’usanza per bimbi e famiglie di girare con lanterne in ricordo della “ricerca” del santo vescovo di Tours. A Piscine in Val di Cembra il curato rev. don Matteo Piazzi nel 1910 scriveva: “Alla sera della festa di San Martino, con lumi che reggono i fanciulli, le famiglie divotamente e con preghiere girano in paese per ringraziamento per i raccolti dell’estate ormai conclusa”. La “processione delle lanterne” nelle vallate avisiane era detta “luminària”.

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