von mas 13.06.2019 06:00 Uhr

Briciole di Memoria 119: La grande fame

L’appuntamento settimanale con Massimo Pasqualini: aneddoti, racconti, ricordi ed immagini dal Tirolo di Lingua romanza.

Una testimonianza della grande fame che ci colpì nella prima guerra mondiale tratta dal libro “Ho servito l’Imperatore d’Austria –  Ricordi del cameriere di Francesco Giuseppe” ,scritto da Eugen Ketterl.

Un giorno ci fu una grande manifestazione contro la fame. I mercati erano vuoti, non si trovava più niente da mangiare, nemmeno farina e patate. Ci furono tumulti, i negozi di alimentari furono presi d’assalto, fiumane di persone si ammassarono a Favoriten, un quartiere popolare di Vienna, e poi diressero a Schönbrunn. Nel frastuono si sentivano solo voci che urlavano “pane” o “fame” , la guardia di Schönbrunn fu potenziata e il portone di ferro sbarrato.

L’addetto alla porta mi chiamò e mi mostrò dalla finestra una folla agitata e minacciosa. “Come faccio a informare  Sua Maestà?” mi chiesi  “Adesso non posso entrare da lui. Se solo mi suonasse…” L’Imperatore suonò. “ Datemi una giacca leggera!” mi ordinò il sovrano.

“Come posso fare in modo che l’Imperatore mi chieda spiegazioni?” mi scervellavo. Allora mi sistemai con la giacca richiesta vicino alla finestra, in modo tale che Sua Maestà non solo dovesse alzarsi ma anche avvicinarsi alla finestra. Mentre lo aiutavo a infilare la giacca, guardai intenzionalmente fuori dalla finestra. L’Imperatore seguì il mio sguardo, vide i portoni chiusi e la folla agitata.

“Cosa sta succedendo laggiù?”  mi chiese.  “Vostra Maestà mi autorizza a dire la verità?” L’Imperatore annui ansioso.

Il popolo protesta perché ha fame. I bambini vengono rimandati a casa da scuola o svengono in aula perché sono senza forze. Persino i figli della contessa di Hohenberg stanno soffrendo, come noi tutti, a causa della penuria di generi alimentari. Non c’è più latte, non c’è più farina, niente patate, niente cavoli! Lo sapete perché Vostra Maestà non può più circolare nella Mariahilferstraße? A Vostra Altezza era stato detto che c’erano dei lavori in corso. Ma non è vero. Non si vuole che Vostra Maestà veda le infinite doppie file di persone che aspettano per ore davanti ai negozi per riuscire a portare a casa qualcosa da mangiare. A Vienna la gente fa la fame!”.

 

L’Imperatore mi guardò e disse con voce tremante: “Vi ringrazio!” E fece chiamare l’aiutante  e ordinò di telefonare subito a chi di competenza perché questa “circostanza inaudita” avesse fine nel più breve tempo possibile. Bisognava chiedere spiegazioni a chi tratteneva i generi alimentari. Il giorno successivo Sua Maestà fece chiamare il Presidente dei ministri. Nella sua stanza si sentì un gran baccano. Rosso dalla rabbia, l’Imperatore urlò: “E devo saperlo dal mio cameriere personale!”.

Persino la mattina del giorno in cui morì, l’Imperatore ebbe un lungo colloquio con il Presidente dei ministri Koerber, che gli illustrò la situazione parlandogli con dovizia di particolari della scarsità, spiegandogli che le cose non potevano andare avanti così e che il popolo era sempre più in fermento.“Se le cose stanno così” sentii dire l’Imperatore, “allora la pace sarà siglata a dispetto dei miei alleati!”.

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