An der Front: Panarotta

“Alla sera arrivarono qui la compagnia dei bersaglieri di Strigno e Grigno con alla testa il capitano Fabbro.Il caffè della sera l’abbiamo fatto ancora con quell. Dopo notte siamo stati fuori del quartiere ad ascoltare la battaglia sul piano di Lavarone si sentiva le fucilate, massinghevere e le cannonate che continuavano. Si vedeva la scoppio delle granate dei cannoni. Dopo qualche tempo siamo andati a dormire ma la battaglia continuava”.   E’ un brano tratto dal diario di Zelindo Buffa di Pieve Tesino,  che fra agosto e settembre 1915 era proprio qui sulla Panarotta, inquadrato  nel 16° battaglione Feldjäger II Compagnia, insieme agli Standschützen della Zillertal, di Meran, Kaltern e del Welschtirol.

La Panarotta con tutto il crinale (circa 30 km) fino al Monte Croce, passando per la Bassa, il Fravort, il Gronlait, il Passo Portella, il Sasso Rosso, il Sasso Rotto, Setteselle, lo Slimber e i monti sovrastanti Palù del Fersina (Valle dei Mòcheni),costituiva la seconda linea, ma era comunque un’importante postazione d’artiglieria: il caposaldo infatti ospitava due batterie di cannoni.

Sono le zone di cui parla Robert Musil, ufficiale su quel fronte, ma anche quelle che, più drammaticamente, erano percorse dai mocheni (uomini ma soprattutto donne) che trasportavano, sulla schiena, i viveri e i materiali che occorrevano ai soldati sul fronte.

Percorso:  Da Vetriolo Terme (siamo già a quota 1500 metri), si segue in falsopiano la comoda  strada carrabile per circa 2,6 chilometri; quindi con poca fatica si sale sulla cima, a quota 2002 m, dove è stata collocata la croce di An der Front. Il ritorno avviene per lo stesso tracciato, o per la variante di Cima Storta.

Dati tecnici: percorso escursionistico con poche difficoltà. Calcolare circa tre ore di percorrenza, per il tragitto di andata e ritorno (6,2 km per 500 metri di dislivello positivo)