von mas 24.10.2017 06:27 Uhr

Musei del Tirolo: il Museo delle donne a Meran

L’origine del Museo delle Donne / Frauenmuseum di Merano è  strettamente legata alla biografia della fondatrice stessa, Evelyn Ortner (1944-1997).  Originaria del Vorarlberg  fondò da sola nel 1988 il Museo dell’abito e del ninnolo sotto i Portici della città del Passer. Dal 1993 il museo è gestito dall’Associazione “Museo delle Donne”.

frauenmuseum-in-meran.mbn.00085tIl museo, aperto tutto l’anno, si è specializzato sulla storia della cultura e della quotidianità  percepita dal punto di vista delle donne: così, nella sua esposizione permanente sono presentati gli ideali femminili, le rappresentazioni e i ruoli delle donne nel 19. e 20. secolo con vestiti, accessori, oggetti dell’uso quotidiano, libri e documenti. La visita, come si può intuire navigando sul sito web del museo, è davvero interessante.

Il museo organizza spesso eventi particolari, sempre dedicati a momenti e personaggi dell’universo femminile. Interessante è la serata letteraria proposta per giovedì 26, quando la narratrice Gisela Landesberger seguirà le tracce ed il tragico destino dell’artista Charlotte Salomon (Berlino, 1917 – Auschwitz, 1943). Nata in una famiglia benestante, il padre Albert era un medico-chirurgo, Charlotte Salomon trascorre la sua infanzia felicemente fino a nove anni, quando sua madre improvvisamente si toglie la vita gettandosi da una finestra. Il fatto viene tenuto nascosto a Charlotte per molti anni.  Sarà il nonno a rivelarglielo, svelando quello che era stato l’epilogo di altre quattro donne della famiglia.

Lei stessa soffre di gravi crisi depressive, dalle quali però sa  riemergere sempre con grande forza, grazie al suo lavoro artistico. Si iscrive infatti all’accademia di Belle Arti di Berlino ma non può completare gli studi a causa del clima antisemita e anche il padre perde il diritto di esercitare la professione.  Nel 1936 il padre viene internato nel campo di concentramento di Sachsenhausen mentre lei raggiunge i nonni che vivono  nel sud della Francia. In questo periodo la nonna tenta di uccidersi e la ragazza viene a conoscenza del suicidio non solo della madre ma anche di altri parenti.

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Nel 1940 la nonna tenta di nuovo il suicidio, questa volta riuscendoci e l’anno seguente Charlotte ed il nonno vengono internati dalle autorità  francesi nel campo di Gurs ma la detenzione è  breve in considerazione delle condizioni dell’uomo. Al ritorno a Nizza inizia la sua grande produzione artistica ovvero una serie di 769 dipinti intitolata “Vita? o Teatro?” nella quale riporta la sua drammatica esperienza di vita. Ai dipinti aggiunge anche annotazioni e persino un accompagnamento musicale.

Nel 1943 a causa dell’intensificarsi delle ricerche dei nazisti è costretta ad affidare tutte le sue opere ad un amico fidato. Nel mese di settembre sposa Alexander Nagler, anche lui un rifugiato tedesco, ma la coppia viene incarcerata. Muore a 26 anni, incinta di qualche mese, nel campo di concentramento di Auschwitz molto probabilmente lo stesso giorno del suo arrivo.

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