von mas 19.10.2017 06:37 Uhr

Briciole di Memoria 35: Monte Colo… “non fate prigionieri!”

L’appuntamento settimanale con Massimo Pasqualini: aneddoti, racconti, ricordi ed immagini dal Tirolo di Lingua romanza.

Questo fatto è stato riportato da padre Gabos, francescano residente a Borgo Valsugana, nel manoscritto da lui compilato in undici quaderni ed intitolato “Cronachetta degli avvenimenti locali accaduti durante la guerra contro l’Italia“.

“Ecco come racconta l’episodio dell’occupazione di monte Colo (cima subito sopra a Borgo Valsugana) uno degli alpini che ne prese parte: la notte tra il 9 ed il 10 era buio, le nuvole basse e la neve cadeva fitta, quando il nostro battaglione arrivò silenzioso, senza destare allarme, su quella cima difesa da una sola trincea. Vi siamo saltati dentro ma era vuota. Allora, sempre silenziosi, si cominciò a percorrerla; ed ecco che, in una specie di ridotto, vediamo 8 soldati che, intenti a giocare alle carte, non si erano ancora accorti della nostra presenza. I nostri ufficiali ci avevano ordinato di non fare prigionieri, ma di uccidere quanti ci cadevano in mano. E noi alla svelta, abbiamo gettato 2 granate a mano; li abbiamo picchiati con i fucili e passati da parte a parte con le baionette, in modo che, dopo un momento in quel ridotto non vi era che un mucchio di carne umana. Quei poveretti, sotto i colpi delle baionette, domandavano la vita; ma, vista inutile la loro preghiera, si raccomandavano l’anima a Dio. Dal linguaggio quei soldati dovevano essere valsuganotti. Al mattino seguente, i tedeschi vennero numerosi per attaccarci; ma noi, già  rafforzati, li respingemmo, facendo loro subire grandi perdite. Altri alpini, raccontando il fatto, confermano alla lettera questa versione”.  (da A.Costa, pagina 180)

Vorrei ricordare, soprattutto a chi non lo sa o fa finta di non saperlo,  che quei poveri soldati erano i nostri  Standschützen,  cioè ragazzini  di 16 anni o vecchi di 60, erano della Valsugana e del Tesino,  e furono barbaramente trucidati.  E soprattutto vorrei chiedere agli alpini di Trento e provincia, quelli che per l’anno prossimo stanno organizzando la “celebrazione della vittoria” mascherata da evento di pace,  quando marceranno per le strade del capoluogo portando con orgoglio la bandiera di guerra ed il cappello alpino… a loro vorrei chiedere di farsi un profondo esame di coscienza e valutare bene se è  il caso di continuare a umiliare ed offendere la memoria dei loro nonni, zii, bisnonni che difesero con tanto valore la loro Terra. La NOSTRA Terra. 

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