von mas 25.09.2017 06:17 Uhr

Adunata, Euregio e …prime pagine!

L’intervento di Giuseppe Matuella, fra ottimismo e obiettività.

Recentemente sono stato incolpato di vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto, cosa che non condivido in quanto fondamentalmente mi sento ottimista, certo che di fronte a realtà  sulle quali non è possibile travisare, divento non pessimista ma obbiettivo.

Per la recente Festa dell’Euregio ad esempio, (17 sett.2017 ) mi sono lamentato decisamente per la scarsa visibilità  data da una certa stampa indipendente alla manifestazione.   Dall’11 al 17 settembre infatti un certo giornale ha dedicato solo un trafiletto nelle pagine interne, ma più per segnalare la modifica della viabilità interna a Pergine dove si svolgeva la festa, che per illustrare e propagandare la manifestazione e il significato della stessa. Infatti si è visto poi nelle mini interviste fatte tra la gente, quanto si sappia in merito all’argomento EUREGIO!

Diametralmente opposto il comportamento tenuto esattamente una settimana dopo, esattamente ieri 24 settembre, con due interi paginoni dedicati a una interminabile intervista che concretamente pare più un filò di vecchia memoria, che altro non fa che pubblicità  per un gruppo paramilitare nazionale, in vista della loro adunata nel 2018.

Ovviamente ho letto il tutto e mi sento di commentare due punti:

1) L’aiuto, il volontariato, il dare a popolazioni colpite da calamità di qualsiasi genere non è invenzione di questi tempi, in quanto anche in un recente articolo- inchiesta del giornalista Maurizio Panizza si dimostra quanto fatto dai Tirolesi-Trentini in occasione del terremoto nei paesi del sud-Italia ancora nel 1905. Donazioni che finirono poi utilizzate in modo  “non ottimale”  cosa normale purtroppo da certe parti.

2) L’auspicio di un ritorno alla naja obbligatoria, espresso dal vicepresidente vicario della sezione di Trento, avv. Frizzi, che mi suona tanto come una possibilità  di vedere poi invertirsi l’andazzo degli iscritti all’A.N.A. in calo contino a causa appunto la mancanza di materia prima… i congedati. A questo auspicio rispondo che non è con la vita militare che si impara a fare vita di comunità, ma con una buona scuola portata avanti da personale cosciente della mansione loro affidata. Non è con un fucile in mano che si crea qualcosa di positivo. Basta aprire gli occhi sul mondo d’oggi per vedere che l’unica positività data dalle armi è il rimpinguamento delle casse dei costruttori di armi e null’altro! Per gli altri lacrime, sangue e profughi.

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