Briciole di memoria 22: 1915 – gli Standschützen difendono i confini
Il Kaiserjägermuseum, quello che sorge sul Bergisel e che ospita anche il Rundgemälde, il dipinto circolare raffigurante la famosa battaglia del 1809, merita più di una visita. Si, perché, ad un primo sguardo, magari veloce, qualcosa può sfuggire.  Invece, una visita attenta, senza fretta, permette di notare tante, tantissime cose particolarmente interessanti.
Come per esempio questa carta geografica, autorizzata nel 1899 dal Ministero per il Culto e l’Insegnamento ed utilizzata nella scuole popolari di primo grado, alle medie ed anche negli istituti magistrali.  La particolarità è che la cartina riporta, con dettaglio e precisione, la posizione dei Battaglioni e delle Compagnie di Standschützen del Tirolo intero e del Vorarlberg a maggio / giugno 1915.
Sono i primissimi giorni di guerra sul fronte meridionale: l’esercito regolare è lontano, in Galizia, in Serbia. Quando il Regno d’Italia ci dichiara guerra, sul confine si schierano gli Standschützen. Sulla prima linea difendibile (e talvolta anche su quella non difendibile, ma si tratta di proteggere le proprie famiglie, le proprie case, i campi coltivati, le montagne.. insomma, la Heimat) ci sono soltanto loro.
La carta riporta nomi noti, familiari: Battaillon Cles, Malè, Cusiano, Cavalese; e poi Kompanie Tione, Riva-Arco, Vallarsa, Levico, Borgo, Moena, Pozza… Insieme, spalla a spalla con Auer o Sarnthein, Welsberg e Reutthe, Kaltern, Gries e Innsbruck.
Standschützen Tirolesi, quindi. Perché il Tirolo è uno, unico ed indivisibile. Oggi come allora.