Revisione dello Statuto: quale ruolo per la Regione?
Rodolfo Borga, consigliere di Civica Trentina, è uno dei componenti della Consulta. In una nota, la sua opinione sul ruolo della Regione e sul futuro assetto auspicabile per l’ente.
“Al di là delle diverse opinioni che vi possono essere, dobbiamo prendere atto dell’orientamento largamente maggioritario in Sudtirolo, per cui la Regione dovrebbe essere definitivamente svuotata di ogni rilevanza politica, con il trasferimento delle competenze in tema di enti locali alle due Province. Anche a Trento, il superamento dell’attuale configurazione della Regione sembra trovare sempre più sostenitori, quantomeno tra le forze politiche dell’attuale maggioranza.
Significativo in tal senso lo studio commissionato, ancora dalla Giunta Dellai, ai professori Toniatti, Carli ed al dott. Postal. Uno studio che disegna una Regione radicalmente diversa da quella attuale: la “nuova” Regione, denominata (non a caso) Unione Regionale, sarebbe priva di competenze amministrative e di un’organizzazione propria, per assumere un ruolo propositivo e consultivo su non meglio specificate materie d’interesse comune delle due Province (denominate Comunità autonome).
Di fatto una sorta di finzione, la cui sopravvivenza è dovuta con ogni probabilità alla necessità di conservare un simulacro di “entità regionale” che mantenga un qualche legame con quella Regione cui l’accordo Degasperi-Gruber ha riconosciuto la nostra autonomia.
Anche noi come Consulta dobbiamo prendere atto di questa situazione, non limitandoci però a riconoscere tale orientamento e ad esso uniformare la nostra proposta. Se da un lato vanno evitate proposte oggettivamente impraticabili, quale sarebbe, ad esempio, il ritorno alla situazione ante 1972, dall’altro non possiamo di certo limitarci a recepire pedissequamente l’orientamento che di fatto prevede la liquidazione della Regione.
La Consulta dovrebbe presentare, quindi, la proposta che ritiene (nei limiti di un’astratta “praticabilità”) la migliore possibile. Spetterà poi alla politica trentina confrontarsi con quella sudtirolese, per raggiungere un compromesso accettabile.
Per quanto mi riguarda, guardo negativamente ad ogni ipotesi di definitivo smantellamento della Regione. Ritengo infatti che, specie in un momento come questo, l’ancoraggio internazionale costituisca la migliore delle garanzie per un’autonomia che è stata riconosciuta a livello regionale. Inoltre, non mi pare manchino le materie d’interesse comune delle due comunità provinciali, su cui si potrebbe ragionare per una rivisitazione dell’istituzione regionale, alla quale dovrebbe comunque essere garantito un ruolo che non sia meramente decorativo.”