von mas 14.04.2017 19:19 Uhr

Una Via Crucis particolare

E’ quella che si tiene tutti gli anni a Storo, fra stazioni “viventi” e Batedùr de bore

La Via Crucis del Venerdì Santo è un momento di particolare intensità per tutto il mondo cristiano. In alcuni dei nostri paesi,  talvolta, il rito si trasforma in un momento di grande partecipazione collettiva, diventando ancora più coinvolgente per l’intera comunità.

E’ questo il caso di Storo, in Valle del Chiese, dove la rappresentazione sacra si arricchisce di elementi originali, che affondano le radici indietro nel tempo.  La processione si snoda nel cuore antico del paese, illuminato solo da poche lampade, da candele e fiaccole alle finestre, e dalle minuscole lanterne a cera ricavate dai gusci delle lumache  fissate ai muri di pietra delle case.  Le stazioni della Via Dolorosa sono popolate di attori muti, immobili: negli avvolti, in uno slargo fra le case, in una minuscola piazza, dentro ad un cortile, gli oltre ottanta figuranti rappresentano il martirio e la morte di Cristo.

Le campane sono legate, il Venerdi Santo, e la processione dei fedeli è accompagnata dal canto dello Stabat Mater, dal suono della “tambela” (lo strumento con i martelletti di legno, detto anche racola o trabacola), e soprattutto dal martellare dei “Batedùr de Bore”: il suono ritmico, lento, quasi angosciante dei colpi dati dal “martì” sulla piccola incudine e dai “batedùr” sui  lunghi tronchi portati per le strade del paese, ricorda quello del martello che piantava i chiodi nella croce. La Via Crucis si conclude sul sagrato della Chiesa di San Floriano, con il concerto delle “bore” che termina con un fragore quasi di tuono: è l’Hora Nona, il momento della morte di Cristo.

L’antica usanza  era stata sospesa durante il Ventennio, per motivi di “ordine pubblico”.  Ripresa dal 2002 per opera di un gruppo di volontari, ha il doppio significato di rito religioso e di usanza tradizionale, importanti entrambe, dicono i responsabili del gruppo E’ un momento forte, comunitario e di preghiera; riprende le antiche tradizioni che hanno accompagnato e scandito la vita di innumerevoli generazioni che ci hanno preceduto e che hanno contribuito a creare nella comunità un forte senso di appartenenza”.

 

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