von mas 23.02.2017 18:14 Uhr

Briciole di memoria 6: Gli internati

L’appuntamento settimanale con Massimo Pasqualini: aneddoti, racconti, ricordi ed immagini dal Tirolo di lingua romanza.

Per chi non lo avesse ancora letto, riporto un brano dal libro “Gli Spostati” : a  pagina 269 tratta della dura vita degli internati civili sudtirolesi di lingua italiana nel regno italico.  Nella primavera del 1915,  subito dopo l’inizio del conflitto sui confini meridionali,  i nostri paesi erano abitati solo da donne,  vecchi e  bambini:  gli uomini, quelli validi ma anche quelli meno validi, erano tutti al fronte, richiamati o volontari.

Gran parte della popolazione civile, sorpresa dal repentino cambio di alleanze e da una guerra arrivata da un giorno all’altro fin sulla porta di casa, aveva potuto essere trasferita nelle zone più protette all’interno dell’Impero.  Nei pochi paesi occupati dall’esercito italiano, gli abitanti vennero trasferiti nei centri per deportati sparsi lungo la penisola e le isole italiane e lì rinchiusi, in condizioni di vita difficilissime.

internati 2Colonia di Biandrate, in provincia di Novara.   “Pietose le condizioni. I dormitori, due magazzini dalle pareti imbiancate, ma fessurate (che lasciavan d’inverno soffiar tormentosa la tramontana), separati da un fienile per un assito sgangherato, sono covi di topi e d’insetti. Per letti,  sacchi di tela da imballaggio, scarsi di paglia, posati su vecchie imposte di porte e di finestre sudice e tarlate; non lenzuola n’e cuscini, due rozze coperte da cavalli, ecco tutto il corredo di quei giacigli.   Lo stanzone a pianterreno adibito a cucina è privo di camino.  La legna brucia entro una specie di fornello, costruito in mattoni ;senza cappa ne’ tubo, il fumo si perde nella stanza, obbligando a tenereinternati 5 aperte le finestre a qualunque stagione.     Il comune che si è assunto l’impegno di somministrare il sussidio assegnato dal governo, distribuisce giornalmente a ciascun profugo un buono della Cooperativa, pel valore di 70 centesimi e 30 centesimi li ritiene per il decoroso e comodo alloggio”.

Ero un bambino quando mi raccontavano queste storie, ma non le ho mai dimenticate. Ricordo ancora le voci degli anziani del mio paese che  “ringraziavano ” per il buon trattamento ricevuto e che maledivano quel periodo.

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