La Giornata Internazionale della Lingua Madre
La Giornata internazionale della Lingua Madre è stata istituita dall’UNESCO nel 1999 su proposta del Bangladesh, con l’intento di promuovere la diversità linguistica e culturale e il plurilinguismo. Si celebra ogni anno il 21 febbraio, per ricordare la sollevazione avvenuta a Dacca in difesa del bengalese, madre lingua di quella parte del paese, contro l‘imposizione della lingua urdu. La manifestazione fu repressa nel sangue dalla polizia pakistana: il Bangladesh allora era una provincia del Pakistan e raggiunse l’indipendenza solo nel 1971, dopo una guerra cruenta civile e di liberazione.
Oggi la molteplicità linguistica e culturale costituiscono valori e beni culturali universalmente riconosciuti. La lingua madre è infatti insostituibile, rappresenta un fondamentale patrimonio della persona e della comunità. Nella difesa della lingua madre si difende un aspetto culturale identitario del singolo e di un popolo. Nelson Mandela affermava che parlare nella lingua madre consente di raggiungere il cuore, mentre parlare in una lingua che si comprende fa raggiungere solo il cervello.
Sostenere il mantenimento, e ancor di più l’incentivazione delle lingue che contraddistinguono l’identità e la tradizione culturale delle comunità parlanti, è fondamentale . Basti pensare che ogni anno circa la metà delle lingue (e dei dialetti) parlati nel mondo, rischiano di scomparire e con esse anche le relative culture.
Parlando di madre lingua, viene spontaneo collegarvi il concetto di “Heimat” (la “piccola patria”, la terra natia, ben diverso da quello di “Vaterland”, la patria in senso nazionale): un concetto senza dubbio positivo, in un’epoca storica contrassegnata dalla crescente globalizzazione. In controtendenza, proprio in una tale fase storica, emerge sempre più forte la necessità di andare alla ricerca delle proprie radici, legate anche alla lingua madre.