von red 13.12.2016 17:37 Uhr

Ministri passati (e forse futuri) esternano

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Sa quello che vuole, Giorgia Meloni. Muove i suoi primi passi nel Fronte della Gioventù, per poi fondare “Gli Antenati”, un movimento studentesco di protesta. Nel 1988 è consigliere comunale a Roma, nel 2006 entra in Parlamento e diventa, a soli ventinove anni, vicepresidente della Camera dei Deputati. Dopo le elezioni anticipate del 2009, Berlusconi la nomina ministro per la gioventù e lo sport, carica che detiene fino al 2011, quando il governo passa nelle mani di Monti, quello che col decreto Salva Italia avrebbe dovuto “raddrizzare la barca”

Sa quello che vuole, Giorgia Meloni. “Sempre, ovunque e prima di tutto, italiana” è il suo slogan, e lei continua per la sua strada, volta le spalle a Berlusconi e al Popolo della Libertà (considerati poco convinti in tema di nazionalismo) e nel 2012 fonda, con Crosetto e La Russa, un nuovo partito di estrema destra, che non può chiamarsi che “Fratelli d’Italia”.

Ieri per la triade romana c’è stato appena il tempo di bocciare il presidente del consiglio incaricato Gentiloni, che l’attento sguardo di Meloni era già rivolto alla piccola provincia nel nord del paese, e con lo sguardo anche lo sdegno per la cerimonia di commemorazione di Sepp Kerschbaumer.

“A San Paolo di Appiano, provincia di Bolzano, lo scorso 8 dicembre si è svolta una manifestazione per risvegliare l’odio antitaliano in Alto Adige e promuovere la grazia per i terroristi altoatesini“. Manifestazione a cui è ingiustificabile la partecipazione di rappresentanti dei cittadini come per esempio Marta (sic!) Stocker, che in fondo è pagata con i soldi degli italiani! Dopotutto, non si può mistificare così la Storia……

Alle esternazioni di Meloni sulla sua pagina Facebook, fa seguito la lunga sequela di commenti dei suoi sostenitori. La Patria e i suoi confini sono sacri e se questo ai Sudtirolesi non sta bene, se ne possono anche andare! Dicono in tanti, fra cui un certo Mario Rossi. Mentre Cinzia Marangoni aggiunge che sono pure degli approfittatori “Non si sentono italiani ma prendono i nostri soldi… “. Fabrizio Bassighini, che vive a Merano, implora letteralmente Giorgia Meloni di proteggerlo dall’odio dei tedeschi “mangiaitaliani”, probabilmente un po’ nazisti, di sicuro senza scrupoli. “Fai qualcosa appena sali al governo anche per noi!“ è la sua supplica.

Quelle che però di certo Meloni non si aspetta, sono le tante voci fuori dal coro: per esempio quelle dei tirolesi di lingua italiana a cui il motto “Sempre, ovunque e prima di tutto, italiana” non è che vada proprio a genio, anzi, addirittura difendono i loro Freiheitskämpfer. Una per tutte, quella di Massimo Paternoster che dice “Io ero presente e ci sarò l’anno prossimo, e poi anche nel 2018“, ovviamente per onorare la memoria di Kerschbaumer e degli altri combattenti per la libertà. O quella di Lukas Antoniolli che consiglia all’ex ministro di raccontare la verità “…invece che dire stupidate sui nostri eroi. E guai se li chiamate terroristi perché quelli siete voi tagliani che ci avete invaso ed avete ucciso i nostri avi solo per avere il Tirolo” e che conclude con un lapidario: “Io sono tirolese e non sarò mai italiano“. Una frase che dovrebbe far riflettere l’onorevole romana.

Almeno finchè il suo partito, per una di quelle strana alchimie di alleanze sempre possibili in un paese come l’Italia, non dovesse tornare al potere e l’onorevole Meloni non rientrasse nelle altre sfere del governo romano.

Forse allora sarebbero i Tirolesi che vivono a sud del Brennero a dover riflettere sul motto di Giorgia Meloni. E a doversi preoccupare.

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