Unter den Hammer kam der Erzählband “The Tales of Beedle the Bard” (deutscher Titel: “Die Märchen von Beedle dem Barden”). Das Buch der Autorin der Harry-Potter-Romane enthält eine persönliche Widmung für den Verleger Barry Cunningham, der Rowling und ihre Geschichten über den Zauberlehrling damals entdeckte. “Für Barry, den Mann, der daran geglaubt hat, dass sich ein zu langer Roman über einen jungen Zauberer mit Brille verkaufen könnte… DANKE”, steht auf einer der Seiten geschrieben.

Das versteigerte Buch ist eines von sieben Original-Exemplaren der Märchensammlung. “Die Märchen von Beedle dem Barden” war 2008 veröffentlicht worden und verkaufte sich millionenfach.

Der junge Bursche war mit seiner Trainingsgruppe unterwegs. Der Jugendliche dürfte den Pistenrand übersehen und rund acht Meter über diesen hinaus gesprungen sein. Er landete auf einem beschneiten Weg, rammte einen Zaunpflock und stürzte weitere 25 Meter im freien Skiraum ab, wo er mit schwersten Verletzungen im Kopfbereich liegen blieb.

Ein Trainer alarmierte die Rettungskräfte, die den Jugendlichen mit dem Notarzthubschrauber in die Klinik Innsbruck flogen.

Passanten befreiten den 66 Jahre alten Mann aus dem Fahrzeug und leisteten Erste Hilfe. Die Freiwillige Feuerwehr St. Nikolaus erledigte die Aufräumarbeiten und barg das Fahrzeug.

Im Einsatz standen auch der Rettungshubschrauber Pelikan 1 und das Weiße Kreuz.

Di Everton Altmayer

Dopo la visita di San Nicolò, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre arriva Santa Lucia con un asinello carico di doni e dolci. L’antica tradizione cristiana si festeggia nel Tirolo Meridionale, in alcune città del Nord Italia e, strano ma vero, in Svezia.

Santa Luzia, santa Luzia l’èi vizina,
puteloti, puteloti né a dòrmir!
Mete fora, mete fora la farina
e non feve, e non feve pu sentir!
Angioleto, angioleto l’acompagna
el ge mena, el ge mena l’asenel!
Guai però se i popi ei cria
e no i dis, e no i dis le oraziom.
La ven dentro, la ven dentro da la campagna,
la va fora, la fa vora dal cancel!

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Santa Lucia arriva in Valsugana

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Arrivo di Santa Lucia in Vallagarina.

Nel Tirolo, la tradizione di Santa Lucia (Santa Luzia nel dialetto) è una ricorrenza molto attesa dai bambini che le scrivono una letterina per avere dolci e regali, mentre preparano un piatto con farina e sale per l’asinello. A Trento durante la Fiera di Santa Lucia, ma anche dalla Val di Non alla Vallagarina, dalle Giudicarie alla Valsugana, in tante città e paesi del Tirolo Meridionale si festeggia l’arrivo della Santa, attesa dalle famiglie con candele o fuochi, simboli della luce cristiana.

Santa Lucia arriva poi anche a Nova Trento in Brasile, città fondata da emigrati tirolesi nel lontano 1875, sempre secondo le tradizioni della terra natale che si continuano a mantenere.

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Santa Lucia arriva a Nova Trento in Brasile.

Santa Lucia nacque a Siracusa nel 283 d.C. e morì in seguito alle persecuzioni dell’imperatore Diocleziano, il 13 dicembre 304d.C. E’ la protettrice degli occhi, ma anche degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini, considerata la santa della Luce (di Cristo) che rassicura le persone e che tiene lontane le tenebre, simbolo del male, evitando che queste prevalgano sulla “luce”, ossia la verità cristiana. Nella chiesa di San Geremia a Venezia sono venerate le spoglie di Santa Lucia, trafugate dai veneziani a Costantinopoli nel 1024.

Der Mann zog sich Verletzungen unbestimmten Grades im Bereich der Schulter und des Oberkörpers zu.

Der Landeshauptmann des Bundeslands Tirol, Günther Platter, zeigt sich besorgt über das zunehmende Schlepperwesen auf Güterzügen und mahnt eine bessere Kontrolle durch die italienische Polizei an: “Die Aufgriffe in den letzten Tagen haben mich in meiner Forderung bestärkt, dass Italien in enger Kooperation mit unseren Sicherheitskräften die grenzüberschreitend verkehrenden Güterzüge bereits deutlich südlich des Brenners lückenlos kontrollieren muss.”

Tragödie in Wörgl
Anfang Dezember waren in Wörgl zwei Migranten von einem LKW beim Ausfahren aus einem RoLa-Güterzug (Rollende Landstraße) überrollt und tödlich verletzt worden.
“Es muss doch in unserem Sinne sein, alles nur Mögliche zu unternehmen, dass sich die Flüchtlingstragödie mit den zwei Todesfällen in Wörgl nicht mehr wiederholt!” kommentiert Landeshauptmann Platter das Unglück.

Kontrollen
Der Tiroler Landeshauptmann wünscht sich in einer Presseaussendung schärfere Kontrollen der Züge bereits südlich des Brenners: “Wenn Italien die Güterzüge nicht lückenlos kontrolliert, sind diese Kontrollen auf Tiroler Seite durchgehend sicherzustellen und nochmals zu verstärken. Es geht einfach nicht, dass wir nicht wissen, wer in unser Land einreist.”

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Sa quello che vuole, Giorgia Meloni. Muove i suoi primi passi nel Fronte della Gioventù, per poi fondare “Gli Antenati”, un movimento studentesco di protesta. Nel 1988 è consigliere comunale a Roma, nel 2006 entra in Parlamento e diventa, a soli ventinove anni, vicepresidente della Camera dei Deputati. Dopo le elezioni anticipate del 2009, Berlusconi la nomina ministro per la gioventù e lo sport, carica che detiene fino al 2011, quando il governo passa nelle mani di Monti, quello che col decreto Salva Italia avrebbe dovuto “raddrizzare la barca”

Sa quello che vuole, Giorgia Meloni. “Sempre, ovunque e prima di tutto, italiana” è il suo slogan, e lei continua per la sua strada, volta le spalle a Berlusconi e al Popolo della Libertà (considerati poco convinti in tema di nazionalismo) e nel 2012 fonda, con Crosetto e La Russa, un nuovo partito di estrema destra, che non può chiamarsi che “Fratelli d’Italia”.

Ieri per la triade romana c’è stato appena il tempo di bocciare il presidente del consiglio incaricato Gentiloni, che l’attento sguardo di Meloni era già rivolto alla piccola provincia nel nord del paese, e con lo sguardo anche lo sdegno per la cerimonia di commemorazione di Sepp Kerschbaumer.

“A San Paolo di Appiano, provincia di Bolzano, lo scorso 8 dicembre si è svolta una manifestazione per risvegliare l’odio antitaliano in Alto Adige e promuovere la grazia per i terroristi altoatesini“. Manifestazione a cui è ingiustificabile la partecipazione di rappresentanti dei cittadini come per esempio Marta (sic!) Stocker, che in fondo è pagata con i soldi degli italiani! Dopotutto, non si può mistificare così la Storia……

Alle esternazioni di Meloni sulla sua pagina Facebook, fa seguito la lunga sequela di commenti dei suoi sostenitori. La Patria e i suoi confini sono sacri e se questo ai Sudtirolesi non sta bene, se ne possono anche andare! Dicono in tanti, fra cui un certo Mario Rossi. Mentre Cinzia Marangoni aggiunge che sono pure degli approfittatori “Non si sentono italiani ma prendono i nostri soldi… “. Fabrizio Bassighini, che vive a Merano, implora letteralmente Giorgia Meloni di proteggerlo dall’odio dei tedeschi “mangiaitaliani”, probabilmente un po’ nazisti, di sicuro senza scrupoli. “Fai qualcosa appena sali al governo anche per noi!“ è la sua supplica.

Quelle che però di certo Meloni non si aspetta, sono le tante voci fuori dal coro: per esempio quelle dei tirolesi di lingua italiana a cui il motto “Sempre, ovunque e prima di tutto, italiana” non è che vada proprio a genio, anzi, addirittura difendono i loro Freiheitskämpfer. Una per tutte, quella di Massimo Paternoster che dice “Io ero presente e ci sarò l’anno prossimo, e poi anche nel 2018“, ovviamente per onorare la memoria di Kerschbaumer e degli altri combattenti per la libertà. O quella di Lukas Antoniolli che consiglia all’ex ministro di raccontare la verità “…invece che dire stupidate sui nostri eroi. E guai se li chiamate terroristi perché quelli siete voi tagliani che ci avete invaso ed avete ucciso i nostri avi solo per avere il Tirolo” e che conclude con un lapidario: “Io sono tirolese e non sarò mai italiano“. Una frase che dovrebbe far riflettere l’onorevole romana.

Almeno finchè il suo partito, per una di quelle strana alchimie di alleanze sempre possibili in un paese come l’Italia, non dovesse tornare al potere e l’onorevole Meloni non rientrasse nelle altre sfere del governo romano.

Forse allora sarebbero i Tirolesi che vivono a sud del Brennero a dover riflettere sul motto di Giorgia Meloni. E a doversi preoccupare.

Eine Obduktion ergab, dass die beiden illegal eingereisten Migranten nicht an einem Erfrierungstod starben. Laut Landeskriminalamt dürfte aber aufgrund der Kälte eine Beeinträchtigung vorgelegen haben. Die genaue Identität der beiden Toten stand bisher nicht fest. Die bei ihnen gefundenen Gegenstände würden untersucht. Die Feststellung der Identitäten dürfte einige Zeit in Anspruch nehmen und sich schwierig gestalten, so das LKA.

Der Zug der RoLa, die Lkw auf der Schiene transportiert, war am Abend des 2. Dezember um 20.04 Uhr vom Ausgangsbahnhof Verona gestartet und hatte von 22.19 bis 23.46 Uhr am Brenner einen Zwischenstopp eingelegt. Am Zielbahnhof Wörgl kam er am Samstag um kurz nach 1.00 Uhr an. Wo die drei Flüchtlinge, die vermutlich versucht haben, nach Deutschland zu gelangen, auf den Zug gestiegen waren, war vorerst weiter unklar.

APA

Ein 74 Jahre alter Mann zog sich in Danterceppies leichte Verletzungen zu, während eine 26-jährige Frau mit leichten Verletzungen davonkam.

Im Einsatz standen das weiße Kreuz und die Pistenrettung.

Rückendeckung bekam der zuletzt in Medienberichten mit dem FC Basel in Verbindung gebrachte Koller auch von ÖFB-Sportdirektor Willi Ruttensteiner. “Er ist ein fantastischer Trainer und für mich der gleiche Fachmann wie 2015. Er hat sich 2016 nicht verändert, im Gegenteil vielleicht sogar noch mehr gearbeitet, um den Turnaround zu schaffen. Ich denke, dass er das Potenzial, die Motivation, den Enthusiasmus hat, diesen 2017 zu schaffen”, betonte der 54-Jährige.

Die Nationalmannschaft hat ein durchwachsenes Jahr hinter sich. Nur je drei Siege und Remis stehen gleich sechs Niederlagen gegenüber. Nach dem enttäuschenden Aus in der Gruppenphase bei der EM folgte ein magerer Start in die WM-Qualifikation. Mit nur vier Punkten aus vier Spielen ist die Endrunde 2018 in Russland in weite Ferne gerückt. “Bezüglich dem Zugpferd Nationalteam müssen wir nüchtern feststellen, dass wir resultatsmäßig bei weitem nicht das Ziel erreicht haben, dass wir uns zu Beginn des Jahres gesetzt haben”, ist sich Windtner bewusst.

Deshalb gelte es nun in der Winterpause einiges nachzuarbeiten. “Rein die Rückbesinnung auf die tolle Strecke der EM-Quali wird nicht genügen. Wir haben eine komplett neue Situation, sind hintennach in der Tabelle, da ist für den Betreuerstab ein entsprechendes Umdenken gefordert”, sagte Windtner. “Man wird sicher die eine oder andere neue Herangehensweise überlegen müssen, da ist der Sportdirektor gefordert mit dem Teamchef und dem Betreuerstab, Innovation miteinzubringen.”

Irland (10), Serbien (8) und auch Wales (6) haben aktuell bessere Karten auf dem Weg zu einem WM-Fixticket. Über Rang zwei und das Play-off besteht aber auch noch die Möglichkeit, zur Endrunde zu kommen. “Ich glaube nach wie vor an unsere realistische Chance, was die Qualifikation für Russland betrifft. Voraussetzung dafür sind aber drei Punkte gegen Moldawien”, erklärte der Oberösterreicher. Danach warten noch fünf weitere Partien. “Ich glaube, dass wir die nötige Qualität haben, dass es aber schwierig wird, daran gibt es keine Zweifel”, so Windtner.

Ruttensteiner analysierte die Länderspiele des Jahres, die mit einem Torverhältnis von 12:17 endeten, gemeinsam mit Koller bis ins kleinste Detail. “Detailergebnisse sind intern zu verarbeiten und nicht öffentlich”, betonte Ruttensteiner. Grob skizzierte er aber die Problemfelder 2016. “Im Durchschnitt ein Tor zu erzielen ist international zu wenig. Auf der anderen Seite kommt hinzu, dass wir 1,4 Tore pro Spiel kassiert haben, das ist auch etwas zu hoch, um sich zu qualifizieren. Wir müssen die Fehler minimieren, Ziel wäre es so stabil zu stehen, damit man unter dem Durchschnitt von einem Gegentor pro Spiel wie 2015 bleibt”, resümierte der ÖFB-Sportdirektor.

Die Physis sei laut ihm kein entscheidender Punkt gewesen. “Es ist aber so, dass wir 2015 einen höheren physischen Aufwand betrieben haben. Etwas verschlechtert haben wir uns auch in punkto Ballbesitz im Angriffsdrittel, wir haben hier die Philosophie des Pressings etwas verlassen. Und auch das Spielglück hat gefehlt, um den ein oder anderen Punkt mehr zu machen, denn unsere Werte waren besser oder gleichauf im Vergleich zu unseren Gegnern”, analysierte Ruttensteiner.

Windtner sah das ähnlich. “Von den letzten Quali-Spielen kann man schon behaupten, dass uns das Glück nicht gerade hold gewesen ist. Aber das alleine wäre zu wenig. Man muss dem Glück auch in die Schuhe helfen, das geht nur mit konsequenter Vorbereitung und konsequenter Leistung”, bemerkte der ÖFB-Chef. Und Ruttensteiner ergänzte: “Ich denke, dass wir 2015 nicht so gut waren, wie wir dargestellt wurden, aber auch, dass wir 2016 bei weitem nicht so schlecht gespielt haben, wie es ab und zu geschrieben wurde.”

Nur positiv wurde hingegen über das Frauen-Nationalteam berichtet, dass dem ÖFB mit der erstmaligen Qualifikation für eine Endrunde eine “Sternstunde” bereitete. “Es ist das Ergebnis einer nachhaltigen Arbeit aus den letzten Jahren, die Bestätigung des konsequenten Weges im Frauenfußball”, freute sich Windtner. Dieser werde durch die EM-Teilnahme hoffentlich “einen Rückenwind” erfahren.

Zufrieden war der ÖFB auch mit der Entwicklung der Nachwuchsauswahlen. Platz neun im UEFA-Ranking bei der U17, Platz vier bei der U19 und Platz 21 bei der U21 (jeweils männlich) seien laut Ruttensteiner “für eine kleine Nation sensationelle Erfolge. Damit es die auch in Zukunft gibt, soll auch das Projekt 12 mithelfen. Das ist für weitere drei Jahre auf Schiene. Auch dadurch soll Österreichs Nachwuchs in Zukunft fast lückenlos bei Endrunden dabei sein.

Der Lenker und sein 40-jähriger, ebenfalls in Graz wohnhafter Freund, waren zu Mittag auf der Umfahrungsstraße Krottendorf in Richtung Voitsberg unterwegs, als sie nach links abkamen und gegen das mit Schotter beladene Schwerfahrzeug stießen. Durch die Wucht des Aufpralls wurden Teile des Lkws weggerissen, der Kleinwagen der Grazer wurde bis zur Unkenntlichkeit zusammengedrückt. Die beiden Insassen waren auf der Stelle tot.

Der 46-jährige Lkw-Fahrer aus dem Bezirk Deutschlandsberg erlitt laut den Einsatzkräften einen schweren Schock und wurde in das LKH Voitsberg gebracht. Er musste vom Kriseninterventionsteam betreut werden. Die B70 war rund drei Stunden lang für den gesamten Verkehr gesperrt. 30 Feuerwehrleute waren im Einsatz.

Der Vorfall ereignete sich in der Nacht auf Dienstag gegen 03.00 Uhr am Bahnhof. Der Afghane ohne festen Wohnsitz stieß den älteren Mann und versetzte ihm Fausthiebe ins Gesicht, sodass er Prellungen erlitt. Der mutmaßliche Täter nahm den Mann den einzigen Euro ab, den dieser besaß und vermutlich untertags erbettelt hatte.

Als Zeugen auf das Geschehen aufmerksam wurden, versuchte der junge Mann den Vorfall zu vertuschen. Er täuschte Hilfe vor indem er den überrumpelten Obdachlosen zur Bahnpolizei begleitete.

Dort aber ließ der Schockzustand des 67-Jährigen nach. Er sagte zur Polizei, dass der Mann ihn überfallen hatte. Der Afghane ergriff sofort die Flucht, doch die Beamten konnten ihn bald stoppen und festnehmen. Der Mann versuchte noch die Ordnungskräfte anzugreifen. Der 30-Jährige wurde ins Gefängnis überstellt.

In Italien und in Deutschland sollen nach drei Jahren jeweils um 21 Prozent weniger Beschäftigte auf der Payroll stehen. Vor einem Jahr hatte der Konzern für Österreich den Abbau von etwa 1.100 Stellen im Plan gehabt. Im neuen Plan ist nun von einer Reduktion um weitere 1.000 Arbeitsplätze die Rede – in Summe also ein Abbau von 2.100 Stellen. Die Bank Austria hat seit einiger Zeit ein Golden-Handshake-Programm laufen.

In Italien fallen nach dem neuen Plan 3.900 Jobs dem Sparstift zum Opfer, mitsamt der bisherigen Rationalisierungen sollen es bis 2019 dann 9.400 weniger Beschäftigte sein.

Bei der deutschen HVB geht es um rund 1.500 Jobs, die der UniCredit-Konzernchef zusätzlich eingespart sehen will. Voriges Jahr hatte das Sparziel für die HVB auf mehr als 1.000 Köpfe gelautet. Demnach geht es jetzt in Summe bei der HVB um 2.500 Stellen.

Die italienische Großbank will bis 2019 Milliardenkosten einsparen, über den bekannten Abbau von tausenden Stellen fallen konzernweit weitere 6.500 Stellen weg, wie UniCredit heute bekannt gab. Insgesamt wird der Personalstand um 14.400 Stellen gekürzt.

Planungsstadträtin Maria Vassilakou (Grüne) und Bürgermeister Michael Häupl (SPÖ) stellten gemeinsam mit den unmittelbar Beteiligten die zweite Ausgabe des Projekts vor. Nicht nur der Wohnturm wurde um drei Stockwerke reduziert, auch das Hotel Intercontinental wird – falls alles nach Plan läuft – abgerissen, neu gebaut und ebenfalls verkleinert. Der Neo-Entwurf baut auf dem Konzept des Architekten Isay Weinfeld auf, der den damaligen Wettbewerb für sich entscheiden konnte.

Der Eislaufverein muss sich mit einer geringfügig verkleinerten Eisfläche zufriedengeben, da nun die Wege breiter werden. An der geplanten Eishalle wurde jedoch nicht gerüttelt. Im Sommer soll die Fläche ebenfalls freizeittechnisch bespielt werden – weitgehend jedoch ohne Konsumzwang, wie heute betont wurde. Das Konzerthaus wiederum wird, wie dessen Präsident Christian Konrad heute befand, durch die Neugestaltung des Areals sichtbarer. Auch der Seiteneingang soll wieder geöffnet werden.

Finanzier Michael Tojner musste aus wirtschaftlicher Sicht Abstriche machen, zeigte sich aber trotzdem über die Einigung erfreut. Er bezifferte die Investitionssumme heute mit 250 bis 300 Mio. Euro. Der Baubeginn wird laut dem Wertinvest-Chef nicht vor 2019 erfolgen.

Häupl und Vassilakou hofften auf eine freundlichere Bewertung durch die UNESCO, auch einen “Managementplan zum Weltkulturerbe” stellten sie in Aussicht. Geholfen hat dies nichts. Die UNESCO machte umgehend klar, dass sie mit dem Projekt weiterhin eher gar keine Freude hat. Die Gesamthöhe des Hochhauses mit den neu festgesetzten 66,3 Metern entspreche nicht den Vorgaben, hieß es in einer Mitteilung: “Die UNESCO fordert seit 2012 die maximale Bauhöhe mit 43 Metern zu begrenzen.”

“Nach vier Jahren Befassung und Beanstandung des Projekts am Heumarkt durch die UNESCO hat die Stadt Wien nun auch den letzten sehr präzisen Vorgaben des Komitees im Juli 2016 nicht entsprochen”, kritisierte Eva Nowotny, die Präsidentin der Österreichischen UNESCO-Kommission. Nun droht bei der Sitzung des Welterbekomitees im Juli 2017 in Krakau Ungemach. Die Aufnahme in die Rote Liste und in weiterer Folge die Aberkennung des Welterbeprädikats wurden in Aussicht gestellt.

Wobei: Noch ist der Hausbau am Heumarkt ohnehin keine beschlossene Sache. Das Flächenwidmungsverfahren steht noch bevor. Und genau hier hatte es zuletzt Probleme gegeben: Der mit dem Vorhaben befasste Fachbeirat für Architektur und Stadtgestaltung hatte Kritik angemeldet, worauf Vassilakou eine “Nachdenkpause” anordnete. Was der Beirat zu den umgearbeiteten Plänen sagt, ist noch offen. Er wird sich dem Vernehmen nach erst in einer Sitzung am morgigen Mittwoch mit der Umplanung beschäftigen.

City-Bezirksvorsteher Markus Figl (ÖVP) forderte am Dienstag sämtliche Beteiligten auf, zu verhindern, dass es tatsächlich zu einer Aberkennung kommt. Zukunftsentwicklung müsse mit dem Welterbe in Einklang gebracht werden, verlangte er. Wiens ÖVP-Chef Gernot Blümel urgierte eine “gesamthafte Zukunftsplanung” für die Stadt und sprach sich gegen ein “Herumdoktern” an einzelnen Projekten aus. Für die Wiener NEOS kritisierte deren Stadtentwicklungssprecher Stefan Gara mittels Aussendung: “In dieser Causa wurde deutlich, dass es an klaren, verbindlichen Vorgaben der Stadt für solche großen Projekte fehlt, gerade wenn es das Weltkulturerbe betrifft.”

Doch auch die Parteifreunde von Maria Vassilakou sind skeptisch: “Vor 16 Jahren hat Wien die UNESCO ersucht, den Stadtkern als kulturelles Welterbe anzuerkennen und versprochen, auf dieses Erbe achtzugeben. Mit den heute vorgelegten Plänen für den Luxuswohnturm Am Heumarkt gibt Wien seinen Status als Weltkulturerbe auf”, zürnte der Kultursprecher der Grünen, Wolfgang Zinggl, in einer Pressemitteilung. Alexander Hirschenhauser, der Klubobmann der Grünen im ersten Bezirk, befand, dass “luxuriöse Prestigewohnungen in einem Hochhauskomplex” in keinem Verhältnis zur gleichzeitigen Verkleinerung der Eislauffläche und dem Verlust des Welterbestatus stünden.

Bereits am Sonntag waren vier Insassen mit Hilfe eines Wagenhebers aus dem Wiener Polizeianhaltezentrum am Hernalser Gürtel in der Josefstadt entkommen. Mit dem Werkzeug war zuvor von außen das ebenerdig gelegene Fenster eingeschlagen worden und so das Gerät übergeben worden, schilderte Pressesprecher Roman Hahslinger den Hergang. Einer der Männer, ein Nigerianer, wurde unmittelbar nach seiner Flucht aus dem ebenerdig gelegenen aufgezwängten “Ausgang” gefasst, der zweite, ein Tunesier, gestern, Montag, gegen 17.00 Uhr in der Donaustadt erwischt. Der dritte geflohene Schubhäftling, ein Algerier, wurde von Beamten der Inspektion Laurenzerberg am Dienstagnachmittag angehalten.

Am Montag konnte dann noch ein 27-Jähriger das Anhaltezentrum verlassen, indem er einer Gruppe von Beratern einer NGO in die Freiheit folgte. Von den zwei weiteren Ausbrechern wie auch von dem 27-jährigen Insassen fehlte jede Spur. Bei den Männern handelt es sich laut Hahslinger um drei Algerier. Das Vergehen lautete jeweils unerlaubter Aufenthalt, andere Straftaten liegen gegen die Gesuchten bisher nicht vor.

Während andere Anklagepunkte – schwerer sexueller Missbrauch eines Unmündigen und Verleumdung – bereits rechtskräftig erledigt sind, musste ein Schöffensenat unter Vorsitz von Richterin Beate Matschnig nun noch einmal die inkriminierte Vergewaltigung verhandeln. Der OGH hat in diesem Umfang eine Neudurchführung des Verfahrens angeordnet.

Der Iraker war im September 2015 über die Balkanroute nach Österreich gekommen. Drei Monate später, am 2. Dezember, packte er im Hallenbad einen Zehnjährigen an der Hand, zerrte ihn in eine WC-Kabine, verriegelte die Tür und verging sich an dem unmündigen Schüler. Der 21-Jährige bekannte sich wie im ersten Prozessgang schuldig. Er sei vom “Satan befallen” gewesen und hätte ein “Blackout” gehabt.

Da bei dem Buben einem psychiatrischen Gutachten zufolge eine posttraumatische Belastungsstörung aufgetreten ist, die einer schweren Körperverletzung gleichzusetzen ist, waren im Fall der Vergewaltigung bis zu 15 Jahre Haft möglich. Das Kind erlitt auch Hämatome an beiden Hüften. “Da kann man sich vorstellen, wie fest er den Buben gehalten hat”, sagte Staatsanwalt Wolfram Bauer. Dem Gericht erschienen im Hinblick auf das fast noch jugendliche Alter des Angeklagten, seiner bisherigen Unbescholtenheit und geständigen Verantwortung sieben Jahre angemessen.

Der damals 20-Jährige war noch im Hallenbad festgenommen worden. Der missbrauchte Bub hatte sich an den Bademeister gewandt, der die Polizei verständigte. Umgehend setzten sich Beamte der ums Eck gelegenen Polizeiinspektion Hufelandgasse in Bewegung, die den Verdächtigen beim Springen vom Dreimeterbrett wahrnehmen konnten und abführten. In seiner polizeilichen Erstbefragung beschuldigte er zunächst einen 15-jährigen Badbesucher, danach legte er ein Geständnis ab und erklärte laut Einvernahmeprotokoll, er sei seinen “Gelüsten nachgegangen”. Er habe “seit vier Monaten keinen Sex mehr gehabt”.

Der Mann hatte im Irak als Taxifahrer gearbeitet. Im September 2013 heiratete er, seine Frau bekam bald danach ein Kind. Im August 2015 entschied er sich, den Irak zu verlassen, um seinen Angaben zufolge für sich und seine Familie “etwas aufzubauen”.

Die nun verhängten sieben Jahre Haft seien in Zusammenhang mit den bereits rechtskräftigen Verurteilungen zu sehen, sagte Richterin Matschnig. Dem Gesetz entsprechend wurde nämlich auch der Strafausspruch aufgehoben. Im zweiten Rechtsgang musste eine neue Strafe festgesetzt werden. Zudem wurde dem Buben der von Opferanwalt Zaid Rauf geforderte Schmerzengeldbetrag in der Höhe von 5.000 Euro zugesprochen. Das Urteil ist nicht rechtskräftig. Verteidiger Roland Kier bat im Namen seines Mandanten um drei Tage Bedenkzeit.

Die Lascaux-Höhle wird wegen ihrer reichen Steinzeitmalerei die “Sixtinische Kapelle der Urgeschichte” genannt. Hunderte von gemalten und gravierten Tieren wurden gezählt. Identifiziert werden konnten bisher etwas mehr als 600. Sie alle sind nun in der neuen Kopie zu sehen. An ihrer millimetergenauen Reproduktion saßen über 25 Künstler mehr als drei Jahre in einem Atelier. Gearbeitet wurde auf Felsimitationen aus Stahl und Acrylharz, die auf einem 3-D-Modell basierten. Zu den Stars von Lascaux IV zählt eine über zwei Meter lange Darstellung der “Schwarzen Kuh” in der “Nef”, dem Längsschiff des neuen Nachbaus der Steinzeithöhle von Lascaux.

Lascaux IV bildet erstmals auch die Grotte in Originalgröße ab – mit ihren zerklüfteten Spalten und ungleichgeformten Höhlenwänden. Auch das Loch wurde rekonstruiert, durch das am 12. September 1940 vier Jugendliche kletterten und den vor rund 18.000 Jahren entstandenen Schatz entdeckten. Die Temperatur beträgt im Winter 13 und im Sommer 16 Grad – so wie in der seit 1963 geschlossenen Originalhöhle.

Der neue Nachbau liegt rund 800 Meter vom Original entfernt. Die Beton-und Glasarchitektur ist 8.500 Quadratmeter groß und fügt sich diskret in den Hügel ein. Sie ist zweigeteilt und gleicht einer Erdspalte. Ein Teil liegt unterirdisch, ein anderer an der Oberfläche. Eine Architektur, die mit der Landschaft eins wird: Ein Konzept, für das das preisgekrönte norwegische Architektenbüro Snöhetta international bekannt ist.

Fünf Meter lange Auerochsen, eine Herde stolzer Pferde und ein roter Büffel: Sie jagen und galoppieren auf der Höhlenwand aus Kunstharz hinter- und nebeneinander her. Wir befinden uns im “Salle des Taureaux”, dem Stiersaal. Ihre Darstellung ist so realistisch, das sie den Eindruck erweckt, die Tiere würden schnauben.

Die Qualität und Präzision der von den Cro-Magnon-Menschen gemalten und gravierten Felsenbilder ist verblüffend. Die Menschen, die diese Zeichnungen entworfen haben, sind wahre Künstler, so wie jene, die sie hier reproduziert haben, begeisterte sich Germinal Peiro, der Präsident des Departements im Südwesten Frankreichs. Der Nachbau wurde mit knapp 30 Millionen Euro vom Departement finanziert.

Der Stiersaal wurde bereits in der im Jahr 1983 eröffneten Kopie Lascaux II abgebildet. Sie liegt ebenfalls auf dem Hügel, auf dem sich das Original befindet. In ihr sind 90 Prozent der Tierbilder nachgezeichnet. Bis zu zehn Millionen Besucher wurden in den vergangenen dreißig Jahren durch die Replik geschleust. Ein Erfolg, der ihr zum Verhängnis wurde. Durch die Menschenmassen wurden der Hügel und die Malereien beschädigt. Ihnen drohte der Pilzbefall – so wie dem Original, das deshalb im März 1963 geschlossen wurde. Seit 1979 steht das jungpaläolithische Original auf der Weltkulturerbe-Liste der Unesco. Lascaux II wurde in der Zwischenzeit renoviert und soll auch weiterhin geöffnet bleiben.

Die Höhle von Lascaux wurde acht Jahre nach ihrer Entdeckung am 13. Juli 1948 der Öffentlichkeit zugänglich gemacht. Nur knapp sieben Jahre später wurde sie von der “Grünen Krankheit” befallen. Aufgrund der Atemluft der zahlreichen Besucher breitete sich Kalkspan aus, Algen und Pilze machten sich explosionsartig breit.

Offiziell heißt die neue Replik “Centre International de l’Art parietal Montignac-Lascaux”, etwa Internationales Zentrum für Höhlenmalerei. Denn die Kopie bildet nicht nur naturgetreu die reich verzierten Felskammern nach. Ein Teil des 8.500 Quadratmeter großen Nachbaus ist der Wissenschaft der prähistorischen Kunst gewidmet und der Geschichte von Lascaux. Unter dem Titel “Lascaux III” tourt mit diesem Ansatz seit einigen Jahren auch eine Ausstellung durch die Welt.

Die Verbindung zwischen Helnwein und der Albertina reicht weit zurück, fand hier doch auch die erste große Einzelschau des hyperrealistischen Malers mit Faible für Schockelemente statt. Es folgten weitere Zusammenarbeiten und schließlich 2013, zum 65. Geburtstag des Künstlers, eine große und höchst erfolgreiche Retrospektive. “Ich war von den gewaltigen emotionalen Reaktionen überwältigt”, sagte Helnwein bei der heutigen Pressekonferenz über die Schau. “Das hat mich sehr gerührt.” Nicht zuletzt deshalb habe er sich zur Schenkung der sieben Werke entschlossen.

Neben “Pink Mouse 2”, “Righteous Man V (Blue Boy)” und den drei Arbeiten aus der “Sleep”-Serie befindet sich darunter auch “Epiphany III (Presentation at the Temple 2)”, das ein schlafendes Mädchen auf einem Altar, umgeben von entstellten Kriegsversehrten, zeigt. Und “The Murmur of the Innocents 39”, wie auch die anderen Werke großformatig ausgefertigt, konfrontiert den Betrachter mit einem blutverschmierten Mädchen. Es sei die “Grausamkeit der Gesellschaft”, die Helnwein laut Schröder seit Jahrzehnten zu seinem Thema gemacht hat.

Die sieben Werke sind nun in einem eigenen Raum im Rahmen der “Contemporary”-Ausstellung zu sehen und können so ihre Wirkung entfalten. Beinahe wie eine “kleine Retrospektive” stünden sie in der Schau inhaltlich auch den Arbeiten von Anselm Kiefer gegenüber, die sich am Ende finden und “den Schrecken des Krieges” thematisieren. Schröder bedankte sich vielfach bei Helnwein für dessen Großzügigkeit, “in Namen der Albertina und von hunderttausenden Besuchern. Wir könnten uns solche Werke gar nicht leisten.”

Auch Kulturminister Thomas Drozda (SPÖ) war bei der Präsentation der Bilder anwesend, um “Danke zu sagen”. Er schätze die Arbeiten Helnweins sehr: “Er ist ein Künstler, der den Finger in die Wunden legt und Gewalt sowie den latenten Faschismus auf gleichermaßen faszinierende wie schockierende Weise aufarbeitet.” Die großzügige Schenkung “an eines der wichtigsten Museen der Welt” sei auch Beleg für die Kontinuität der Zusammenarbeit. Die “Contemporary”-Schau in der Albertina läuft noch bis 19. März 2017.

(S E R V I C E – )

Nach so vielen Würdigungen – auch in der kurzen Zeit seit seinem Tod – sei es gar nicht einfach gewesen, eine weitere Ausstellung für das 21er Haus zusammenzustellen, erklärte Kurator Harald Krejci bei der Presseführung am Dienstag. Für jenen Ort, wo West vor zwanzig Jahren, damals noch unter 20er Haus firmierend, seine erste große Personale feierte. Im Gespräch mit Künstlerfreunden Wests sei ihm schließlich die Idee des “Artistclub” in den Schoß gefallen.

Sie bestand mehr oder minder aus einem Fax, in dem West im Jahr 1999 die Idee zu einer kollaborativen Produktionsform skizzierte, die irgendwo zwischen Performance, Ausstellung und Mitmachprojekt – ein Artistclub eben – das Atelierlicht erblicken sollte. Er versendete es an ausgewählte Künstler, zustande kam das Projekt zu Lebzeiten allerdings nicht.

Krejci hat die Idee nun als kuratorischen Zugang gewählt und versammelt in erster Linie Gemeinschaftsarbeiten von West und Kollegen aus dem Spätwerk – “als sein Kunstbegriff auf internationaler Ebene bereits angekommen war”. Seine “Extroversion”, die er für die Biennale Venedig schuf, ist beispielhaft für Wests radikale und unkapriziöse Auffassung von Zusammenarbeit, die Krejci lieber als “Komplizenschaft” bezeichnet. Er war als Biennale-Künstler eingeladen, schuf eine Raumskulptur – seine nach außen gestülpte Küche – und behängte sie mit Arbeiten von 30 weiteren Künstlern, zum Teil ziemlich unbekannte, die er damit kurzerhand ebenfalls zum Teil der wichtigsten Kunstschau der Welt machte.

Dass er keine Berührungsängste mit anderen Künstlern hatte, entspricht Wests Kunstbegriff, der Autorschaft prinzipiell skeptisch gegenübersteht und auch dem Betrachter weitreichende Rechte einräumt. Mit Heimo Zobernig entstand der Sesselkreis “Essenz”, mit Rudolf Polanszky “Siesta”, eine Liege samt von der Decke hängendem Gemälde, mit Tamuna Sirbiladze das Spa-artige Ruhezimmer “Moonlight” mit seinen silbrigen Wänden und den überraschend bequemen Metallliegesesseln. Dominiert wird der Raum von einer Bühne Heimo Zobernigs, die bei den kommenden “Artistclub”-Abenden – jeweils am Mittwoch – von Performance, Lesung, Musik und Vorträgen bespielt wird.

Ganz im Sinne des Clubs wolle die Ausstellung “darauf reagieren, was hier passiert”, so Krejci. Mit einigen von Wests bekannten “Passstücken” soll man hantieren und selbst performen, die zahlreichen Nischen laden aber auch zum Verweilen und Ausruhen. “Man kann West nur verstehen, wenn man die Erfahrung macht, seine Objekte zu benutzen.”

Durch das Maßnahmenpaket sollen Bewilligungen vereinfacht und Mehrfachzuständigkeiten reduziert werden. Landwirtschaftsminister Rupprechter sprach nach dem Ministerrat von einer “Verwaltungsvereinfachung” und einem umfangreichen “Entbürokratisierungspaket”.

Die Änderungsvorschläge beinhalten unter anderem den Entfall von Bewilligungs-Tatbeständen, die Reduktion von Zuständigkeiten, die Vereinfachung und Straffung von Verwaltungsverfahren, die Beseitigung von Doppelzuständigkeiten sowie Regelungen zur stärkeren Nutzung von digitalen Lösungen, Datenportalen und elektronischen Dokumenten. Bei der Umweltverträglichkeitsprüfung ist künftig ein gestraffter Fristenlauf zur Beschleunigung der Verfahren vorgesehen.

Umweltverbände hatten bereits im Vorfeld vor einer Senkung von Umwelt- und Qualitätsstandards sowie einer massiven Entdemokratisierung gewarnt. Rupprechter betonte indes, dass an Umweltstandards nicht gerüttelt werde. “Es geht keinesfalls um eine Absenkung von Umweltstandards.” Auch von Entdemokratisierung könne keine Rede sein. Die Arbeit von NGOs sei von den Novellen nicht betroffen, sagte der Minister.

Die Umweltdachorganisation Ökobüro sowie Global 2000, Greenpeace und WWF begrüßten am Dienstag “die Zurücknahme der geplanten Verschlechterungen im Umweltrecht”. Das Verwaltungsreformgesetz hätte ursprünglich massive Einschränkungen für die Beteiligung von NGOs, Bürgerinitiativen, Nachbarn, Umweltanwaltschaften und Gemeinden an UVP-Verfahren vorgesehen, hieß es weiter.

“Für die anstehende Novelle im Frühjahr wünschen wir uns jetzt eine sachliche und offene Diskussion, zu der auch die Umweltorganisationen selbst geladen werden”, sagte Oköbüro-Geschäftsführer Thomas Alge.

Die NGOs bedauern jedoch, dass die Regierung “die Chance einer umfassenden Reform zugunsten von mehr Beteiligungsrechten im Umweltschutz nicht genutzt hat”. Die Aarhus Konvention und der Zugang zu Gerichten werde trotz laufenden Vertragsverletzungsverfahrens gegen Österreich nicht umgesetzt. Weil die entsprechenden Gesetze fehlen und die Gerichte die Aarhus Konvention immer wieder bestätigen, gibt es mittlerweile erhebliche Rechtsunsicherheit für Projektwerber und Betroffene, argumentierten die NGOs.

Die Aarhus-Konvention der EU wurde am 17. Jänner 2005 von Österreich ratifiziert. Sie ist der erste völkerrechtliche Vertrag, der der Öffentlichkeit umfangreiche Rechte im Umweltschutz zuschreibt. Bei der Umsetzung in nationales Recht wären etwa Informationspflicht, Öffentlichkeitsbeteiligung und Zugang zu Gericht für alle umweltbezogenen Verfahren gewährleistet.

Pilz sprach sich im ORF-Radio für eine kantigere Politik der Grünen aus und forderte, dass diese in die Wirtshäuser an die Stammtische gehen. Dies sei die Aussage eines einzelnen Abgeordneten, und daraus sei keine Diskussion über Linkspopulismus bei den Grünen abzuleiten, erklärte Glawischnig darauf angesprochen: “Es gibt einen einzelnen Abgeordneten, der bei jeder unpassenden Gelegenheit seit Jahren das selbe erzählt.”

Es gebe eine klare Ausrichtung der Grünen und das Ziel, eine blaue Machtübernahme zu verhindern. Das “Rumreden” über Wirtshausbesuche – “da spricht jemand, der vom Wahlkampf nichts mitbekommen hat”, so die Parteichefin und weiter: “Ich mache jetzt meinem Ärger ein bisschen Luft.” Außerdem merkte sie im Zusammenhang mit der Wahlwerbung für Bundespräsidentschaftskandidat Alexander Van der Bellen in Richtung Pilz an, er habe “weder gespendet”, noch sei er “in irgendeiner Weise sichtbar” gewesen.

Ob der Mandatar nun als parteischädigend obsolet sei, dies verneinte Glawischnig, die jüngsten Aussagen hält sie aber für “ziemlich verzichtbar”. “Populismus hat dieses Land schon genug gesehen”, bekräftigte sie. “Vielleicht ist ihm fad”, mutmaßte sie außerdem. Gespräche habe es mit Pilz bereits gegeben: “Wir haben unzählige Male diskutiert, die Sache ist erledigt.” Die Partei sei auf Wachstum ausgerichtet, und dass sie sich derzeit in der erfolgreichsten Phase befinde, bestätige den Weg.

Konsequenzen seitens der Sozialversicherung müssen die Kassenärzte, die am Mittwoch ihre Ordinationen geschlossen halten, eher nicht befürchten. An sich würden diese Ärzte zwar eine Vertragsverletzung begehen, meinte der stellvertretende Hauptverbands-Generaldirektor, Bernhard Wurzer. Die angekündigte Notversorgung wäre aber eine Vertretung, könne man argumentieren. Von den zuständigen Trägern habe er jedenfalls bisher nichts von etwaigen Konsequenzen gehört, sagte Wurzer. Anders sieht er die Rechtslage bei Gruppenpraxen, die eine Betriebspflicht hätten.

Welche Ärzte sich an dem Streik beteiligen, kann die Sozialversicherung jedenfalls über das Stecken der E-Card überprüfen. Und für den stellvertretenden Generaldirektor ist es das gute Recht der Sozialversicherung zu schauen, ob ein Vertragspartner die Ordination geöffnet hat oder nicht.

Wenig beeindruckt ist Wurzer von der Drohung der Ärztekammer, als mögliche nächste Eskalationsstufe die Kassenverträge zu kündigen, was Oberösterreich und die Steiermark bereits angekündigt haben. Er verwies darauf, dass eine Kündigung des Gesamtvertrages erst in etwa eineinhalb Jahren wirksam werden würde, weil die Kündigung frühestens im Juli 2017 eingebracht werden könnte und dann die Schiedskommission lange Fristen habe.

Oberösterreichs Ärzte werden sich zwar am Mittwoch nicht am Streik ihrer Kollegen in anderen Bundesländern beteiligen, sie drohen aber einen eigenen für Februar an. Zudem soll im Jänner ein Patientenbegehren starten. “Eskalationsszenario” wäre für die Ärztekammer OÖ die Kündigung des Gesamt-Kassenvertrags, wie ihre Spitzenvertreter in einer Pressekonferenz am Dienstag bekräftigten.

Die oberösterreichischen Ärzte sind der Ansicht, dass die Gesundheitsreform mit dem Ausbau der Primärversorgung, die diese Woche im Nationalrat beschlossen wird, das System massiv zum Nachteil von Patienten und niedergelassenen Medizinern umkrempeln werde. Sie befürchten, dass die Versorgung immer mehr zentralisiert wird und Kassenstellen nach und nach durch Primärversorgungszentren ersetzt werden. Sogar die Kündbarkeit von Kassenverträgen drohe, was jungen Kollegen die Investitionssicherheit nehme. Das neue Gesetz “rührt an den Grundpfeilern des Kassensystems”, fasste es Kammeramtsdirektor Felix Wallner zusammen.

Die Befürchtung der Ärztekammer, dass mit der neuen Primärversorgung das Ende der Einzelordinationen und der Einzug gewinnorientierter Unternehmen in die Zentren drohe, weist der Hauptverband entschieden zurück. Auch die derzeitigen Vertragsstellen und der Stellenplan würden nicht infrage gestellt. Es sei nur künftig die derzeitige Bedarfsprüfung durch die Verbindlichkeit der Planung, die mittels Verordnung sichergestellt wird, nicht mehr nötig. Danach gebe es ein Vertragsvergabeverfahren, in dem sich auch Gruppenpraxen um PHC-Zentren bewerben können. Und Wurzer geht davon aus, dass sich diese gegen Kapitalgesellschaften durchaus durchsetzen können, weil sie bessere Voraussetzungen haben.

Hauptverbands-Manager Wurzer betonte, dass Ärzte mit bestehenden Kassenvertrag als erste gefragt werden, ob sie eine Primärversorgungseinrichtung, die auch als Netzwerk organisiert sein kann, übernehmen wollen. Erst wenn diese ablehnen, würden auch andere gegefragt. Die Entscheidung, wer im Vergabeverfahren den Zuschlag erhält, trifft die Sozialversicherung als Vertragspartner. Dabei kommen die gleichen Reihungskriterien zur Anwendung wie auch jetzt schon. Bezüglich der Organisationsform für solche Primärversorgungs-Netzwerke ist Wurzer flexibel und kann sich auch eine Genossenschaft oder eine Vereinslösung vorstellen.

Wurzer gesteht zu, dass die neuen Primärversorgungseinrichtungen nur schwer in das derzeitige Korsett des Gesamtvertrages zu bringen sind. Er strebt daher neue Honorierungsformen an. Dabei kann er sich ein Mischsystem aus Pauschal- und Einzelhonorierungen vorstellen. Möglich wäre es dabei auch, schon das Zurverfügungstellen einer Leistung zu bezahlen und nicht nur die tatsächliche Leistungserbringung. An der ursprünglichen Idee, einen Rahmen für alle und darunter einzelne Verträge für jede einzelne Primärversorgungseinrichtung zu machen, hält der Hauptverbands-Manager fest.

Die beschlossenen 200 Millionen Euro für den Ausbau der Primärversorgung kommen von Sozialversicherung und Ländern. Einen Schlüssel, wer wie viel Geld dafür zur Verfügung stellt, gibt es nicht. Das Geld soll projektbezogen fließen.

Ein Standardeinschreiben kostet in Zukunft 5,00 Euro. Das entspricht einer Steigerung von 11 Prozent bei einer Inflationsrate von nahezu 0 Prozent. Dasselbe Angebot kostet in Österreich 2,88 Euro und in Deutschland 3,20 Euro. „Da sich die italienische Post aber nicht lumpen lässt, werden fast sämtliche Einschreibedienste und Tarifklassen angehoben. Preissteigerungen in insgesamt 58 Kategorien“, sagt Stefan Zelger, Landessekretär der Süd-Tiroler Freiheit.

„Briefe kommen häufig zu spät an, Tagezeitungen werden nicht rechtzeitig zugestellt, Zweisprachigkeitspflicht und Proporz werden missachtet“, kritisiert Zelger.

Für die Süd-Tiroler Freiheit ist es deshalb laut eigenen Angaben nach wie vor unverständlich, dass sich die SVP im Landtag nicht dazu durchringen konnte, eine Südtiroler Landespost als Ziel auszugeben. Ein entsprechender Antrag der Bewegung wurde im Juli 2015 abgelehnt. „In zahlreichen autonomen Ländern Europas ist eine eigene Post längst Realität. So z.B. auf den Färöer-Inseln, den Åland-Inseln oder Gibraltar“, so die Bewegung.

Zum Unfall kam es gegen 07.30 Uhr. Ein 36 Jahre alte Mann zog sich leichte Verletzungen zu und wurde in das Krankenhaus von Schlanders eingeliefert.

Im Einsatz standen das Weiße Kreuz Prad und die Carabinieri.

Es war eine gänzlich andere Zeit, als Keith Warner seinen “Don Giovanni” erstmals in Wien vorstellte. Die Deutung hat über den Lauf der Zeiten hinweg ihre Frische jedoch erhalten, ist und war sie doch höchst ungewöhnlich.

So ist dieser “Don Giovanni” ein immer noch unüblich komödiantischer, ein Gagfeuerwerk aus gehobenem Boulevard. Es ist ein “Don Giovanni”, bei dem die Hose runtergelassen wird – nicht im erotischen, sondern im Sinne des Slapsticks. Angesiedelt ist die Wiener Fassung der Oper bei Warner im “Hotel Universale”, was Bühnenbildnerin Es Devlin optisch spannende Fluchten und der Regie Hierarchieebenen im Hier und Jetzt ermöglicht.

Nathan Gunns Verführer ist ein reicher Lackaffe im Porschefahrer-Outfit, der stimmlich allerdings gegenüber dem Reigen der Frauen am Rande des Nervenzusammenbruchs den Kürzeren zieht. Dieser wird angeführt von Hausliebling Mari Eriksmoen als charmante Zerlina und Jane Archibald bei ihrem TAW-Debüt mit einer wuchtigen Donna Anna. Komplettiert wird das Damentrio von der stets für jeden Quatsch zu habenden Jennifer Larmore als Donna Elvira mit starkem Vibrato.

Zum Bauchfleck wurde der Abend im wahrsten Sinn des Wortes für Jonathan Lemalu als servil-distanzierter Leporello – allerdings nicht im Hinblick auf den verdienten Erfolg beim Publikum. Das Kunstblut des sterbenden Don Giovanni sorgte aber beim Schlussapplaus für den erwähnten Umfaller.

Alle Sänger vollziehen die teils harten Wechsel der Warner-Inszenierung geschmeidig mit, wechselt diese fallweise doch schnell von der Komödie zum Drama, wenn etwa Donna Anna in Don Giovanni den Mörder ihres Vaters erkennt oder dieser sein blutiges Ende in einem Glaskasten findet.

Ebenso facettenreich ist der Mozart, den Ivor Bolton am Pult des Mozarteum Orchesters gestaltet. Der kommt mal sehr gemächlich, beinahe liedhaft daher, wie beim Zerlina-Don-Giovanni-Duett “La ci darem la mano” und gibt dann wieder dem Affen Zucker. Immer aber stellt der einstige Chefdirigent sein Orchester voll und ganz in den Dienst der Sache respektive in den der Sänger. Und so steht einem vierten Höllenritt in ein paar Jahren eigentlich nichts mehr im Wege.

(S E R V I C E – “Don Giovanni” von Wolfgang Amadeus Mozart im Theater an der Wien, Linke Wienzeile 6, 1010 Wien. Musikalische Leitung des Mozarteumorchester Salzburg: Ivor Bolton, Inszenierung: Keith Warner, Co-Inszenierung: Michael Moxham, Bühne: Es Devlin. Mit Nathan Gunn/Erwin Schrott (28. und 31. Dezember) – Don Giovanni, Jonathan Lemalu – Leporello, Jane Archibald – Donna Anna, Martin Mitterrutzner/Saimir Pirgu(12. und 14. Dezember) – Don Ottavio, Lars Woldt – Commendatore, Jennifer Larmore – Donna Elvira, Tareq Nazmi – Masetto, Mari Eriksmoen – Zerlina. Weitere Aufführungen am 14., 17., 19., 21., 28. und 31. Dezember. )

Pelzige Geschöpfe mit farbigen Flügeln, tausenden von Augen, eingerolltem Rüssel und einem verdammt guten Riecher. Schmetterlinge haben sich perfekt an ihre Lebensweise und ihren Lebensraum angepasst. Die Besonderheiten dieser faszinierenden Tiere spielerisch erforschen können Kinder zwischen sieben und zehn Jahren demnächst bei einem Workshop im Naturmuseum Südtirol in Bozen. Dabei lernen sie auch die Welt aus der Sicht eines Schmetterlings kennen.

Der Workshop „Leicht, wie ein Schmetterling“ findet am Samstag, 17. Dezember 2016 von 15 bis 16:30 Uhr und im Rahmen der Sonderausstellung “bye bye butterfly” statt und erfolgt in deutscher Sprache. Die Teilnahme kostet fünf Euro, eine Anmeldung unter der Telefonnummer 0471 412964 (Dienstag bis Sonntag, 10 bis 18 Uhr) ist erforderlich.

Weitere Informationen im Naturmuseum Südtirol, Bindergasse 1, in Bozen (Tel. 0471 412964) und im Internet unter www.naturmuseum.it.

Als Beispiel nannte Mitterlehner etwa das Thema Steuerpolitik, insbesondere die Abschaffung der kalten Progression. Laut Finanzminister Hans Jörg Schelling (ÖVP) geht es um eine Analyse, was abgearbeitet wurde, was noch offen ist, und welche Prioritäten man nun setzen wird. “Was kommt, wird man sehen. Das wird die Regierungsklausur zeigen”, so Schelling. Der Finanzminister führte etwa die Arbeitsmarktpolitik als wichtiges Thema an.

Wirtschaftsstaatssekretär und ÖVP-Regierungskoordinator Harald Mahrer nannte zwei Punkte aus den Überarbeitungsplänen. Erstens gehe es um die Digitalisierung der Wirtschaft und den Arbeitsmarkt, zweiter Punkt sei die Integration von Flüchtlingen. Aus dem Regierungsabkommen seien in manchen Bereichen noch Punkte offen, auch wenn in sehr vielen Bereichen sehr viel passiert sei.

Man wolle sich 2017 und 2018 budgetäre “Spielräume” schaffen, sagte Mahrer nach dem Ministerrat. Kanzleramtsminister Thomas Drozda (SPÖ) griff die Formulierung auf und meinte, es sei sinnvoll, diese “Spielräume” zu nutzen. In der Frage einer Arbeitszeitflexibilisierung gehe es aber um einen Austausch der Interessen. Mahrer ergänzte, man wolle neue Ansätze finden. “Wir werden uns diesen neuen Herangehensweisen widmen.”

Bildungsministerin Sonja Hammerschmied (SPÖ) erklärte, es sei immer legitim zu schauen, ob etwas noch passt. Auch Sozialminister Alois Stöger (SPÖ) gab an, es brauche immer eine Analyse, was noch offen sei. Seine inhaltlichen Vorstellungen will er “zuerst mit dem Vizekanzler besprechen”. SPÖ-Klubobmann Andreas Schieder wies darauf hin, dass sich seit 2013 einige Rahmenbedingungen “fundamental geändert” hätten. Es sei deshalb nur logisch, die Regierungsarbeit weiterzuentwickeln. Schieder führte etwa die Sicherheits- und Wirtschaftspolitik an.

Innenminister Wolfgang Sobotka (ÖVP) betonte ebenfalls die Bedeutung des Themas Sicherheit. Konkret gehe es ihm um den Außenschutz der EU-Grenzen und die Flüchtlingsregistrierung vor Ort. So könne man Fluchtrouten schließen und legale Zuwanderungen schaffen, erklärte Sobotka.

Die EU-Kommission kam in ihrem neuen Vorschlag jedoch nicht dem Wunsch Österreichs nachgekommen, die Familienbeihilfe für Kinder im EU-bzw. EWR-Ausland an die Lebenserhaltungskosten im jeweiligen Land anzupassen. Rund 249 Mio. Euro für 122.000 Kinder hat Österreich im Jahr 2015 an Familienbeihilfe ins Ausland gezahlt. Karmasin erhofft sich durch eine Indexierung Einsparungen von gut 100 Millionen Euro.

Thyssen sieht dagegen “wirklich keinen großen Sparfaktor”, zögen solche Einsparungen doch auch einen Rattenschwanz an Bürokratie nach sich. Österreich würde sich ihren Berechnungen zufolge gerade 0,25 Prozent der eigentlichen Kosten des gesamten “Kindergeldsystems” ersparen – und das ohne die Berechnung des Verwaltungsaufwands für die permanente Anpassung des Index oder die Klärung der Zuständigkeit zwischen den Mitgliedsländern. “Da wünsche ich ihnen viel Erfolg dabei”, sagte Thyssen. Sie jedenfalls wolle “das Fairness-Prinzip nicht für ein paar Peanuts opfern”.

Wer in ein anderes EU-Land zieht, soll dort künftig aber nicht mehr sofort Anspruch auf Arbeitslosengeld haben. Dafür soll man auf Jobsuche bis zu sechs Monate Leistungen aus dem Heimatland beziehen dürfen – doppelt so lang wie bisher. Diese geplanten neuen Regeln für die Freizügigkeit in der Europäischen Union stellte die EU-Kommission am Dienstag in Straßburg vor.

Solche Regeln für Sozialleistungen in anderen EU-Ländern gibt es schon seit 1959, wie Thyssen sagte. Vor allem Großbritannien forderte wegen des Zuzugs aus Osteuropa weitreichende Reformen, die aber nach dem Brexit-Votum erledigt sind. Nun schlägt die Kommission Änderungen vor, die nicht ganz so weit gehen.

Erklärtes Ziel bleibt, Missbrauch und Zuzug in die Sozialsysteme zu bremsen. “Freizügigkeit ist ein Grundrecht in unserer Union, das die Bürger schätzen”, sagte Thyssen. “Aber Mobilität braucht klare, faire und durchsetzbare Regeln.”

Künftig sollen EU-Staaten verlangen können, dass Neuankömmlinge mindestens drei Monate vor Ort gearbeitet haben, bevor sie Anspruch auf Arbeitslosengeld haben. Auch sollen sie Bürgern aus anderen EU-Staaten Sozialleistungen verwehren dürfen, wenn die Zuzügler nicht arbeiten oder aktiv nach einem Job suchen. Ein Aufenthaltsrecht sollen die EU-Ausländer dann nur haben, wenn sie sich finanziell selbst über Wasser halten und auch krankenversichern können.

Grenzpendler sollen dort Ansprüche auf Arbeitslosengeld bekommen, wo sie die vorangegangenen zwölf Monate gearbeitet haben. Neu geregelt werden auch die Ansprüche auf Pflegeleistungen. Die Regeln für entsandte Arbeitnehmer sollen ebenfalls nachgeschärft werden. Die Vorschläge der Kommission brauchen die Zustimmung des Parlaments und der Mitgliedsländer.

„Sie ist in meinen Fuß gelaufen“, sagte der Mann zur Richterin. Die Frau hat sich von ihrem Lebensgefährten getrennt, trotz dessen Beteuerung, dem Alkohol inzwischen abgeschworen zu haben. Das Urteil ist nicht rechstkräftig.

Mit Ende November hat die Zahl der zum Asylverfahren zugelassenen Anträge einen Wert von 32.295 erreicht. Von den insgesamt 39.618 Asylanträgen im laufenden Jahr wurde laut Innenministerium für 23.561 ein Verfahren eröffnet. Zusätzlich sind jene 8.734 Fälle einzurechnen, die erst im Jahr 2016 zum Verfahren zugelassen wurden, nachdem die Asylantragsstellung bereits 2015 erfolgt war.

Von den im laufenden Jahr 16.057 nicht zugelassenen Asylanträgen sind die überwiegenden Fälle (14.315) sogenannte Dublin-Verfahren, für die im Prinzip andere EU-Staaten zuständig sind. Die übrigen Fälle sind noch in der Zulassungsprüfung, beispielsweise wegen eines Verfahrens zur Altersfeststellung.

In den ersten elf Monaten des Jahres 2016 erfolgten 9.755 Außerlandesbringungen. Davon erfolgten 5.292 Ausreisen freiwillig und 4.463 zwangsweise.

Außerdem seien alle Personen befragt worden, die mit Essens- und Medikamentenausgabe beschäftigt gewesen seien, und der Gerichtsmediziner Reinhard Haller habe eine Stellungnahme über die “Suizidgeneigtheit” von Aliyev abgegeben, sagte Pilnacek. Der Sektionschef schloss aber nicht aus, dass der Fall neu aufgerollt werden könnte.

Laut dem von Aliyevs Anwälten beauftragten Gutachter Bernd Brinkmann ist der kasachische Ex-Botschafter im Februar 2015 in seiner Gefängniszelle “von fremder Hand” gestorben. Der deutsche Rechtsmedizinier bezeichnete Selbstmord- oder auch Unfallthesen als “Phantasiegebilde”. Charakteristische Blutergüsse im oberen Brustkorb machten Aliyevs Tod vielmehr zu einem “Lehrbuchfall” für das sogenannte “Burking” – also das Ersticken durch Niederdrücken des Brustkorbs bei gleichzeitigem Zuhalten von Mund und Nase. “Das sieht ein Blinder”, sagte Brinkmann. Aliyev sei tot oder sterbend in jenen erhängten Zustand gebracht worden, in dem er in der Gefängniszelle aufgefunden wurde.

Pilnacek wollte nicht zu den medizinischen Feststellungen Brinkmanns Stellung nehmen. Als “nicht nachvollziehbar” bezeichnete der Spitzenbeamte jedoch den Vorhalt, die Obduktion sei “allein in Richtung Selbsttötung aufgebaut” worden. Schließlich sei die Rechtsmedizin im Schweizer Sankt Gallen “bewusst ausgewählt” worden, “um Vermutungen der Nicht-Objektivität auszuschließen”.

Zunächst sei abzuwarten, was die Experten in Sankt Gallen zu den Ausführungen Brinkmanns sagen. Die Schweizer Rechtsmediziner hätten zugesagt, noch vor Weihnachten eine Stellungnahme zu liefern. “Wir denken, dass dann zumindest einmal die medizinischen Fragen hinreichend geklärt werden können”, sagte Pilnacek.

Die Wiener Wochenzeitung “Falter” schreibt, dass sie von der Wiener Justiz gesicherten Beweise einen Mord an Aliyev in seiner Gefängniszelle “mit an Sicherheit grenzender Wahrscheinlichkeit” ausschließen. Laut Ermittlungsergebnissen hinterließ Aliyev auch eine Art Abschiedsbrief.

“Schütze das Geld für dich und die Kinder (…). Ich habe es nicht mehr geschafft. Dein Held hat keine Kraft mehr!”, heißt es in einem Schreiben Aliyevs an seine Frau. Diese habe selbst ein “mögliche Suizidgefährdung ihres Mannes” angesprochen, zitiert die Zeitung aus der Notiz eines Psychiaters wenige Monte vor dem Tod. Im Krankenakt werde 18 Mal darauf hingewiesen, das Aliyev “depressiv”, “innerlich unruhig”, “weinerlich” oder “einsam” sei.

Laut einem vom “Falter” zitierten Forensiker, der anonym bleiben wollte, könnten die von Gutachter Brinkmann monierten Male unterhalb der Strangulationsmarke von einem missglückten ersten Selbstmordversuch stammen. “Die Druckstauungen sind für mich erklärbar. Vermutlich hat sich Alijew zweimal in die an der Wand befestigte Schlinge gelegt. Beim ersten Mal hat er den Kopf noch einmal aus der Mullbinde gezogen, ehe er bewusstlos wurde. Der Suizidversuch könnte die Blutstauungen produziert haben, aber noch keine Verletzungen am Hals”, sagte der Experte der Zeitung.

Unklar ist vor allem, wie die “fremde Hand”, die Aliyev getötet haben soll, unbemerkt in die Zelle kommen konnte. Die Zellentüre wurde nämlich durch zwei Videokameras überwacht und es gibt auch ein sogenanntes “Riegelkontaktprotokoll”, das jede Öffnung der Zelle digital protokollierte. Weder die Video- noch die Zellentürdaten seien manipuliert worden, schreibt die Wochenzeitung unter Berufung auf von der Justiz eingesetzte Gutachter. Demnach erfolgte die letzte Zellenöffnung am Vortag des Todes um 17.18 Uhr, auf dem Video waren um 21.47 Uhr zuletzt Beamte zu sehen. Um 7.26 Uhr sei die Einzelzelle wieder geöffnet worden; Aliyev wurde bereits tot entdeckt.

Die Ermittler seien mehrere Thesen durchgegangen, heißt es in dem Bericht. Ein chemisch-toxikologisches Gutachten habe Vergiftung ausgeschlossen. DNA-Abriebe von Händen und Fingerkuppen schlossen einen Kampf aus, und in der Zelle fanden sich auch keine fremden DNA-Spuren. Der Schweizer Gerichtsmediziner habe schließlich “Kompression der Blutgefäße am Hals im Rahmen einer Strangulation” als Todesursache festgestellt. Er soll nun noch vor Weihnachten eine Stellungnahme zu den Erkenntnissen Brinkmanns abgeben, danach will die Wiener Justiz über die weitere Vorgangsweise entscheiden.

Der Mailänder Bankkonzern will fast so viel Geld aufnehmen, wie er an der Börse wert ist, dort sind es 15 Mrd. Euro. In diesem Jahr allein hat UniCredit die Hälfte ihres Marktwertes verloren. Nun sollen zehn Aktien zu einer zusammengelegt werden.

Auch die Kosten müssen weiter sinken: UniCredit plant die Kürzung von zusätzlichen 6.500 Arbeitsplätze. Bis 2019 sollen 14.000 Jobs wegrationalisiert werden. Konzernchef Jean Pier Mustier sprach am Dienstag in London von einem strikten Kostenmanagement.

Für das heurige vierte Quartal stellte die Bank den Markt auf hohe Sonderbelastungen ein. Die Neuaufstellung wird im laufenden Vierteljahr mehr als zwölf Mrd. Euro kosten.

Nach dem weiteren Sparprogramm will die UniCredit in drei Jahren hochprofitabel sein. Die Bank rechnet mit Gewinnen in Höhe von 4,7 Mrd. Euro ab 2019. Ab diesem Jahr will das Geldhaus seine Ausgaben um 1,7 Mrd. Euro pro Jahr reduzieren. Dem Vorhaben fallen aber weitere tausende Jobs zum Opfer.

UniCredit will auch ihr Board umstrukturieren und von 17 auf 15 Mitglieder verkleinern. Damit will man sich den Standards großer europäischer Banken anpassen und die Effizienz des Aufsichtsrats steigern, berichtete der CEO der Bank, Jean-Pierre Mustier.

Auch Risiken werden reduziert. Zum Abbau notleidender Kredite hat UniCredit zwei getrennte Abkommen mit der Gesellschaften Fortress und der Allianz-Fondstochter Pimco abgeschlossen. Diese Finanzhäuser planen die Gründung eines neuen “abgesicherten” Vehikels, das italienische notleidende Kredite im Wert von 17,7 Mrd. Euro aufkaufen wird. Dies geht aus dem am Dienstag vorgestellten neuen Geschäftsplan hervor. An der Einheit wird UniCredit nur eine Minderheitsbeteiligung halten.

UniCredit-Vorstandschef Mustier bezeichnete seinen in London vorgestellten Plan als pragmatisch und umsichtig. Er enthalte “konkrete und umsetzbare Ziele”. Der Konzern könne damit die Ausgaben unter Kontrolle halten.

Eine Dividende wird es für 2016 nicht geben. Heuer fallen im Zuge des Konzernumbaues und nach weiteren Kreditabschreibungen teure Sonderkosten an.

In Mittel- und Osteuropa peilt der Konzern organisches Wachstum an. Mit 1. Oktober hat die Bank Austria die jahrelang von Wien aus gesteuerte Osteuropabankensparte an die Konzernmutter UniCredit abgegeben. Ende Oktober wurde die ukrainische Ukrsotsbank verkauft. Mit dem Verkauf eines großen Teils der Polen-Tochter Pekao verschafft sich der Mailänder Konzern in den nächsten Monaten weiter Luft. Einen Rückzug aus den Bankaktivitäten in der Türkei oder in Russland schloss Mustier aus.

Angesprochen auf kürzlich aufgeflammte Marktspekulationen um Fusionsgespräche etwa mit der französischen Großbank Societe Generale verwies Mustier auf das geplante organische Wachstum. Man spreche mit niemandem.

Der 12-Jährige wurde nach der Erstversorgung mit Verletzungen unbestimmten Grades in die Klinik Innsbruck eingeliefert.