von mas 05.12.2016 15:38 Uhr

Referendum: il giorno dopo

Vittoria schiacciante del NO a livello nazionale, Sudtirolo in controtendenza

PD-Vorsitzender Matteo Renzi geht angespannt in die Wahl - Bild: Youtube La7

Già dai primi exit poll si delinea la tendenza che la lunga notte di scrutini finisce con il confermare. Il referendum sulla riforma costituzionale, diventato a torto o a ragione, un voto sull’operato dei governi nazionale e locali, mette Renzi di fronte a una scelta obbligata.

In regione l’esito è però in netta controtendenza, e scava un solco profondo fra le due provincie: a Trento il NO raggiunge il 54.30% mentre a Bolzano il SI raggiunge percentuali da voto “estero” con il 63.69%. Unico territorio autonomo, mentre Valle d’Aosta, Friuli, Sardegna e Sicilia, come Trento, si sono dichiarate contro la riforma.

Le conseguenze pratiche e politiche del voto referendario andranno analizzate e verificate nei prossimi mesi, anche sul territorio regionale. Ma il “buon” giorno si vede dal mattino, e dai primi commenti a caldo si intuiscono le prossime manovre.

Mentre per il Senatore SVP Zeller “hanno perso tutti, dimostrando di avere paura del futuro”, secondo il Governatore Kompatscher “dalle urne esce un mandato nei confronti della Giunta provinciale a proseguire nelle trattative con il governo nazionale per lo sviluppo ulteriore dell’autonomia.”

Non la vedono cosi le opposizioni: “per fortuna il referendum è fallito a livello nazionale, perché Kompatscher e Achammer hanno puntato sul cavallo sbagliato e ingannato i sudtirolesi, spingendoli a votare SI” afferma Andreas Pöder della BürgerUnion; per i Freiheitlichen “il risultato nazionale era nelle aspettative, vista la situazione politica: la gente ha dato un segnale forte contro il centralismo, lo svuotamento della democrazia e la concentrazione dei poteri; certo che il risultato sudtirolese è deplorevole, i valori dell’autonomia, dell’indipendenza e della consapevolezza sono in profonda crisi.”

“Grazie alle favole della SVP sullo sviluppo dell’autonomia in salsa centralista, ne siamo usciti con gli occhi pesti“ dice la Süd-Tiroler Freiheit. “Speriamo bene, perché questo Si allo stato accentratore potrà rivelarsi una pesante ipoteca sul nostro futuro“

A Trento è difficile imitare la baldanza del governatore sudtirolese. In sede del Partito Democratico, le facce sono lunghe anche se qualcuno, analizzando i numeri, azzarda un „il partito ha tenuto”. Ci prova il segretario del PATT “Noi continueremo a lavorare nell’interesse della nostra autonomia. In Alto Adige ha vinto il SI perché gli altoatesini dimostrano di percepire maggiormente il valore dell’autonomia.” Senso che manca agli autonomisti nella nostra provincia, sembra voler dire Panizza, visto che la base del PATT non pare aver seguito indicazioni del partito, scegliendo invece la linea di Kaswalder e dei transfughi, come Corona e Scoz.

Di tutt’altro avviso le opposizioni, quelle presenti in consiglio e quelle sul territorio. A parte la soddisfazione generale per l’esito del referendum, c’è già chi chiede le dimissioni di Rossi e del governo provinciale: se hanno emulato Renzi nella battaglia per il SI, dovrebbero ora tirare le stesse conseguenze. Anche l’ex governatore Dellai chiede una riflessione politica.

Che l’invito venga accolto o meno, di certo a Trento si apre un periodo di vivace dibattito politico, che di certo non sarà tranquillissimo per la maggioranza, già soggetta a fibrillazioni interne e reciproche accuse.

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