von mas 26.09.2016 07:15 Uhr

Trento 2018: un’invasione di pace?

Le affermazioni del presidente nazionale dell’ANA, Favero, espresse in un’intervista pubblicata su un quotidiano locale qualche giorno fa, analizzate e “smontate” da Giuseppe Matuella, in un immaginario dialogo a tre voci.

L’ADIGE: Abbiamo avvicinato il presidente nazionale Favero, per avere la sua opinione. Cosa significa nel 2000 un’Adunata alpina? Vecchia retorica che non dice nulla ai giovani?

FAVERO: Ai giovani dirà una cosa importante: che non si può e deve dimenticare. Dimenticare chi siamo, i nostri valori, la nostra identità-

MATUELLA: Perché questo non vale anche per noi? Il nostro passato è minoritario rispetto a quello degli alpini, che qui sono arrivati come occupanti per una nostra forzata redenzione?

L’ADIGE: I valori della patria?

FAVERO: Certo, della patria, che non vuol dire essere contro, ma essere per. Perché quando uno sa chi è, sa anche confrontarsi e capire gli altri-

MATUELLA: Una Patria non può essere imposta! Anche Battisti aveva una Patria, che per lui non era il Tirolo, ma l’Italia. Qui noi siamo cittadini di una Patria che non sentiamo tale. E con questa ci comportiamo civilmente, ma niente di più.

L’ADIGE: Perché Trento, perché ancora Trento?

FAVERO: Perché è simbolo da un lato di quel concetto di patria e dall’altro di un concetto più ampio, di una patria più grande che si chiama Europa e che purtroppo anche oggi non siamo capaci di realizzare pienamente. Trento e Trieste allora erano le “terre irredente”. Per noi oggi sono lo snodo, il punto d’incontro e non di scontro come qualcuno vorrebbe.

MATUELLA: Appunto per gli alpini, Trento è simbolo di quel concetto che si chiama Patria. La nostra Terra è diventata la loro Patria, ma a noi che cosa resta?

L’ADIGE: Si riferisce a chi a Trento dice «noi eravamo austriaci»?

FAVERO: Io rispondo che noi, con la nostra identità e la nostra appartenenza che è chiara, non siamo contro nessuno. Chi pretende di essere contro sbaglia in partenza. L’Adunata l’abbiamo dedicata a tutti i caduti, tutte le adunate del centenario le abbiamo dedicate a chi le ha combattute e a chi è caduto.

MATUELLA: Falso nel modo più assoluto, dimostrabile al Signor Favero quando e come vuole, per questo mi sento di invitarlo ufficialmente davanti a una buona birra, a scambiare due chiacchiere in merito!

Anzi, signor Favero, come mai non si è ancora degnato di rispondere alla lettera di un’associazione locale (NdR: il Circolo Gaismayr) dove si chiedeva gentilmente non l’annullamento dell’adunata, ma lo spostamento ad altra data? Sarebbero stati comunque contenti i commercianti, come Lei cita. Saremmo stati contenti tutti noi che abbiamo memoria e che ricordiamo un’altra Patria, sarebbero stati contenti gli alpini che si sarebbero visti accolti in altro modo! Lei / Voi vi siete messi contro tutto questo solo per ricordare a tutti che qui nel 1918 è avvenuta una conquista con la forza delle armi (degli altri) e dell’imposizione violenta (i Vs fondatori Legionari Trentini) dei quali siete degna continuazione (fatto confermato dal signor Pinamonti, presidente provinciale dell’ANA).

Jetzt
,
oder
oder mit versenden.

Es gibt neue Nachrichten auf der Startseite